L’ASSAGGIO

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Aleggia la nebbia, fino al tardo mattino. È autunno inoltrato e si prepara la vendemmia tardivissima di questi eroici grappoli, che hanno resistito sulla pianta, appassendosi protetti dalla muffa che nobilita. Nasce in Umbria piena, sulle tradizionali terrazze immerse in un paesaggio di boschi e colline, questo muffato, frutto di rigorosissime e plurime selezioni. E, passando da archetipici passaggi tra natura, sapienza e una dose di mistero, diventa il Muffato delle Streghe.

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Più è cattivo e più è genuino? Vini “naturali”. Ormai son passati molti anni dal loro emergere. C’era chi pensava che il tempo avrebbe provveduto a stemperare le posizioni più estreme, incoronando i progetti più seri e curati e facendo giustizia delle avventure più sventate od opportunistiche e dei tanti vini pessimi che ne derivavano. L’evoluzione è stata un’altra. Forse la voglia di trovare sempre e comunque qualcosa di nuovo nel complesso e ormai evoluto mondo enoico, ha giocato la sua parte. Oppure, chissà… Marco Magnoli, curatore della Guida Veronelli, condivide con noi una riflessione a tema, tra un assaggio e l’altro per l’edizione 2022.

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Cantina di Andriano: una serie di vini ambiziosi, prodotti in numeri limitati per garantire grande selezione e cura nella coltivazione e vinificazione. Scopo: valorizzare un terroir considerato da Rudi Kofler, enologo qui e alla casa madre Kellerei Terlan , «fin troppo sottovalutato». Tra questi spicca l’Alto Adige Chardonnay Riserva Doran 2018, terza annata prodotta. Un vino che si ispira allo stile borgognone, declinandolo attraverso le peculiarità del suo territorio d’origine: verticalità, tensione e vibrante freschezza.

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A Barile, in terre vulcaniche del Vulture, nelle stesse campagne in cui Pier Paolo Pasolini girò Il Vangelo secondo Matteo, nasce – artefici Francesco ed Eugenia Sasso – questo Aglianico, alto esempio di un vino che, come diceva Luigi Veronelli, è «valore reale che ci dà l’irreale». Perché il vino, a volte, può parlare della religiosità del mondo e della vita. Ha il gusto e il profumo, veggente profeta che, come la poesia che strugge o la musica che ammalia, si insinua fra i nostri istinti e ci offre un eloquente assaggio di mistero. E così ce lo racconta Marco Magnoli.

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Una vigna iconica in Langa. Un cru indiscusso che genera Barolo austeri e longevi, con una naturale propensione alla concentrazione che strutture imponenti, dotate di una trama tannica di spessore e intransigente. L’assaggio del Barolo Vigna Rionda Riserva 2014 raccontato da Rita Filice


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Qui percorriamo una strada lontana mille miglia da quel Vermentino banale e standardizzato offerto spesso sul mercato turistico locale. Ne è protagonista, dal 1966, Paolo Bosoni con la sua Cantina Lunae. Nel corso della sua ormai lunga avventura ha dato vita a diverse espressioni di Vermentino attraverso le quali ha raccontato i Colli di Luni, singolare area storica sospesa tra Liguria e Toscana. Con Numero chiuso accetta la sfida della longevità. E ne esce a testa alta.