Viaggio enoico in quel di Cortona
di Gigi Brozzoni

Con un titolo simile, come facciamo a resistere? E infatti accettiamo l’invito a partecipare a questa nona edizione dell’iniziativa che offre un programma molto invitante e ben progettato.
E così, in compagnia del nostro prode Massimo Pulcini, si parte di buon mattino, perché Cortona è lontana, proprio all’angolo più estremo di Toscana che confina con l’Umbria e il lago Trasimeno.
Abbiamo già dato un’occhiata alla mappa e alle indicazioni turistiche: sappiamo, quindi, che da vedere assolutamente c’è il Tondo di Luca Signorelli, grande capolavoro della pittura quattrocentesca, una bellissima Vergine col bambino circondati dai Santi legati alla città di Cortona.
Ormai a metà mattina siamo in vista di Cortona, che alta sulla collina si preannuncia di difficile accesso tanto sono irte le sue vie. Ma un po’ sbuffanti (io soprattutto) arriviamo nella piazza centrale con il Teatro Signorelli e il MAEC Museo dell’Accademia Etrusca, dove si svolgerà la degustazione dei Syrah di Cortona, d’Italia e di una selezione di buona parte del mondo.
In una quieta e austera sala museale iniziamo i nostri assaggi assistiti da un gruppo di sommelier piuttosto efficienti.
Partendo dai vini della DOC Cortona, dobbiamo almeno sommariamente segnalare quelli che più hanno destato i nostri favori.
In ordine di servizio ci sono piaciuti il Crano 2021 di Baldetti con buon frutto e trama fine, il Polluce 2022 ben fruttato di Chiara Vinciarelli, il Klanis 2021 con buon frutto e fine trama di Dal Cero, il Solo Syrah 2022 di Eredi Trevisan, gli ottimi Il Castagno 2022 espressivo e complesso, il Cuculaia 2020 di superiore razza e il Linfa 2023 fresco e fragrante, tutti e tre di Fabrizio Dionisio; e poi il ben fruttato Laudario 2021 de I Vicini, il Di Ego 2022 di Roberta Pasini, il gustoso e consistente Sor Alfredo 2021 di Speranza Winery, l’espressivo Apice 2021 di Stefano Amerighi e, per finire, il ben fruttato e succoso Bramasole 2022 di La Braccesca.


Dal resto d’Italia dobbiamo segnalare alcune perle che elenchiamo in ordine alfabetico per azienda.
Iniziamo con il Costa Toscana Hide 2021 di sublime qualità di Bulichella, il Lazio Syrah 2023 di finissima schiettezza di Casale del Giglio, il Toscana Rosso Varramista 2018 finissimo (affiancato alla cena di gala da uno squisito 2008) di Fattoria Varramista, un sorprendente Valle d’Aosta Syrah 2010 fresco e succoso di La Source, il Toscana Rosso Syrah 2021 consistente e finissimo di Michele Satta, il Menfi Maroccoli 2021 caldo e avvolgente di Planeta, il Rubicone Mascarin 2020 con ottimo frutto e trama di San Valentino, il Sicilia Sole dei Padri 2012 maturo, intenso ed elegante di Spadafora, il Monreale La Monaca 2021 di gran frutto e fine trama di Tasca d’Almerita e, per concludere, il portentoso Toscana Rosso Lumeo 2021 caldo e di gran corpo (con un’inquietante etichetta) di Toscani (Oliviero, che ci è rimasto nel cuore).
Dei vini del resto del mondo faremo solo qualche accenno generale: dei Syrah australiani abbiamo avuto conferma del loro singolare modo di intendere questo vitigno, certamente frutto del loro estremo clima ma anche del loro estremo modo di interpretare la viticoltura e l’enologia. In sostanza vini estremi se non eccessivi.
Sebbene in Sudafrica vi siano punti climatici in comune con l’Australia, i loro Syrah sono certamente caldi e maturi ma ben trattenuti da pratiche enologiche più moderate che attenuano la maturità fruttata e danno una trama tannica più incisiva ed elegante.
Sui vini francesi non c’è nulla da aggiungere a quanto non si sia già detto e scritto ovunque e da sempre; i loro vini sono molto equilibrati, con frutti maturi, fragranti e una trama tannica in perfetto equilibrio che li rende molto espressivi e godibili.
In chiusura alla degustazione non abbiamo potuto far altro che ammirare le altre sale del Museo e sostare qualche minuto in contemplazione del capolavoro di Luca Signorelli; ma siamo anche rimasti affascinati dalla piccola sala del lampadario, ovvero da un lampadario (o più propriamente lucerna) di bronzo ritrovato nel 1840 da alcuni contadini cortonesi. Il lampadario è composto da una vasca circolare per la raccolta del combustibile e la parte esterna è finemente decorata da scene allegoriche.
Un museo piccolo ma tutto da vedere.
Fin qui il Syrah e le sue divagazioni culturali; ma, vi chiederete, la Chianina dov’è?
Pazientate, adesso vi portiamo. Dobbiamo scendere fino al complesso di Sant’Agostino dove anche la Chianina farà la sua parte. All’interno del chiostro sono allestite una serie di postazioni ove si cucinano alla brace tranci di diversi tagli pregiati di animali di razza Chianina, lungamente frollati, poi sapientemente grigliati, serviti e raccontati da grandi cuochi e abili cucinieri.
L’esperienza più esaustiva l’hanno fornita gli chef di Terretrusche, che hanno preparato piccoli piatti di gustose preparazioni a base di Chianina partendo dalle carni del cosiddetto quinto quarto fino ad arrivare alla costata e alla Fiorentina, ben grigliate e ben servite con adeguate verdure o cereali ben cucinati.
All’interno della chiesa di Sant’Agostino, tuttora consacrata, è stato allestito un percorso di postazioni ove le aziende illustravano e offrivano ai visitatori i loro vini in modo da poter offrire il più ampio ed esauriente panorama viticolo incentrato sul vitigno syrah, declinato in tutte le sue variabili climatiche, territoriali e culturali.
Numerose le masterclass di approfondimento per i numerosi appassionati che hanno così potuto entrare più profondamente nei caratteri dei diversi Syrah del mondo.
E poiché gli appassionati sanno che il profumo di questi vini ricorda le scatole di sigari, quindi legno di cedro e tabacco Kentucky, non poteva mancare il banco del Sigaro Toscano per completare l’esperienza gustativa di Cortona.

Per concludere la giornata eccoci al grand soirée del Teatro Signorelli con una chilometrica cena composta da otto portate preparate dai migliori chef della zona, il tutto accompagnato da ottimi Syrah, anche di vecchie annate. Platea, palchetti e palcoscenico affollati dai numerosissimi commensali che, gaudenti, hanno fatto le ore piccole.
E noi, ossia il sottoscritto e Massimo Pulcini, ci siamo anche permessi il lusso di visitare due aziende.
La prima il sabato pomeriggio, Baldetti in località Pietraia, accompagnati dal giovane Gianluca Baldetti che ci ha mostrato alcuni dei loro vigneti prevalentemente allevati a cordone speronato e la loro moderna cantina con le più avanzate attrezzature tecnologiche per garantire la produzione di schietti vini del territorio.
La domenica mattina siamo andati, invece, in località Il Castagno a trovare Fabrizio Dionisio, avvocato di professione, vignaiolo per passione, che ci ha mostrato la sua affascinante e suggestiva cantina fatta di piccoli spazi ricavati da precedenti utilizzi agricoli, nei quali sono alloggiati tutti i materiali enologici necessari a ottenere vini moderni, schietti ed espressivi in un ambiente incontaminato e circondato dai vigneti esposti su un paesaggio che guarda Cortona con le sue opere architettoniche più famose.


Qui ci sarebbe da parlare del recente restauro di una bella chiesetta nella tenuta e della bellissima abitazione che occupa la famiglia. Ma ci vorrebbe troppo tempo per parlare di tutto questo ed ormai si è fatto tardi: dobbiamo, purtroppo, ripartire per tornare a casa.

Gigi Brozzoni
Curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli nato e residente a Bergamo, dopo molteplici esperienze maturate nel campo teatrale e nella progettazione di arredi, nel 1986 incontra Luigi Veronelli. La passione per il vino lo spinge a costanti frequentazioni gastronomiche finché nel 1988 arriva al Seminario Permanente Luigi Veronelli di cui assume la direzione nel 1989. Vi rimarrà per 25 anni fino al pensionamento nel 2013. Ha diretto la rivista Il Consenso è stato animatore di convegni tecnico-scientifici in ambito viticolo ed enologico e ideatore e conduttore di corsi di analisi sensoriale per professionisti e appassionati. Negli anni Novanta ha curato la redazione dei Cataloghi Veronelli dei Vini Doc e Docg. e dei Vini da Favola. È autore del libro Professione Sommelier che fu adottato come primo manuale sul vino per le scuole alberghiere italiane. Per l’Associazione Le Città del Vino ha curato numerose edizioni de Le Selezioni di Eccellenza dei vini italiani.