PIEMONTE. Vini d’Oro / 2

PIEMONTE. Vini d’Oro / 2

Dalla Guida Vini Veronelli 2021, il curatore sceglie per noi tre vini tra quelli meno noti di una Regione, ma tanto degni di essere narrati e assaggiati da salire alla pubblica veronelliana ribalta, a partire da ora. Sentiteli anche voi, questi vini racconto.

Vini d’Oro. Piemonte

Vini d’Oro. Piemonte

di Gigi Brozzoni

Si prospettano annate favorevoli per Barolo e Barbaresco. Resta silente l’importante questione sulle iper-valutazioni dei terreni langaroli. Ancora in fieri il percorso di un’elevazione qualitativa per il Dolcetto. In stand by i Nebbiolo del nord della regione. Da segnalare la Menzione Geografica Canelli per il Moscato d’Asti.

Davide Carlone, vignaiolo del Boca

Davide Carlone, vignaiolo del Boca

Di cosa si compone la qualità di un vino? Da cosa prende vita la sua personalità?
Come spesso accade quando si tratta di cose enoiche, sono stati i Francesi a fornirci un eccellente strumento di orientamento, indicandoci le tre coordinate geodetiche necessarie per tracciare l’essenziale mappa di un vino e sintetizzandole nel concetto di terroir: vitigno, ambiente e uomo.

Auspici, omaggi, pretesti (ovvero: ogni scusa è buona)

Auspici, omaggi, pretesti (ovvero: ogni scusa è buona)

Leggevo qua e là sul web che, secondo una stima della Coldiretti, nel 2013 il consumo di vino in Italia sarebbe crollato fino a 40 litri pro capite, ovvero al livello più basso mai raggiunto dall’Unità d’Italia fino ad oggi. Celiando un poco, viene da domandarsi cosa avrebbero pensato di questo dato i “padri fondatori” del nostro Stato unitario, almeno quelli che non si occuparono solo di politica, ma ebbero anche un peso diretto o indiretto nelle nostre enoiche vicende.