CAMPANIA. Una panoramica enoica

CAMPANIA. Una panoramica enoica

Una regione che è scrigno di biodiversità viticola con numerosi vitigni autoctoni. L’annata 2019 ha avuto una vendemmia posticipata e ottimale. Dai bianchi arrivano le conferme più importanti e le promesse di lunghi e positivi invecchiamenti. Capofila si conferma l’Irpinia, con il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo. Tra i rossi, l’aglianico primeggia, e siamo ancora in Irpina con le sue autorevoli interpretazioni in denominazione Taurasi.

Vini d’Oro. Campania

Vini d’Oro. Campania

di Alessandra Piubello

Annata complicata quella del 2018 a causa di un clima instabile e fuori norma. Nonostante questo, la varietà dei territori vitati e la versatilità dei vitigni hanno regalato buoni prodotti: dal Fiano di Avellino al Greco di Tufo. E dalle multiple varietà dell’incantevole Costiera amalfinata ai rossi autoctoni dei Campi Flegrei come il Piedirosso o il Falerno del Massico nel Casertano. Qualche dubbio sui Taurasi. E il viaggio abbia inizio….

Tutta un’altra storia

Tutta un’altra storia

Appena si arriva a Cellole ci si scorda subito i nomi dei luoghi che si sono attraversati, tutti quei nomi che ci riportano a ricordi incresciosi e drammatici della nostra storia e dell’attualità ancora più nefasta.

Dai latini al mondo d’oggi

Dai latini al mondo d’oggi

Per i latini i vini di Ager Falernus erano i più pregiati, rappresentavano il meglio che un consumatore dell’epoca potesse provare, il principe dei vini, tanto che Marziale racconta che bisognava spendere 3 sesterzi per un buon vino, ma se volevi il magico Falerno dovevi sborsare 10 sesterzi.