I Bergamini: imprenditori caseari d’altri tempi

I Bergamini: imprenditori caseari d’altri tempi

Vi presentiamo il Bergamino. È superstizioso, parla un dialetto (il gaì) che comprendono solo i membri della sua casta, pratica l’endogamia, è analfabeta e molto religioso, si veste con grembiule, cappellaccio di feltro, zoccoli, panciotto, camiciotto e mantello di lana e si adorna con orecchini, catene e orologi d’oro. Completano il quadro una spiccata capacità commerciale e il possesso di un buon capitale. In questa figura di un secolo fa, quasi leggendaria, si può rintracciare l’origine della prima “industria casearia” nel Nord Italia.

Il formaggio sulla bocca di tutti

Il formaggio sulla bocca di tutti

Un’aura di semplicità accompagna da sempre il formaggio. Sarà per il suo colore niveo, sarà per i pochi e basici ingredienti necessari a produrlo: latte, caglio e sale? Sarà perché fatica a trovarsi un posto tutto suo in un menù? O non sarà perché il suo retroterra storico-culturale è ancora poco conosciuto? Dietro alla sua apparente semplicità si cela una trama complessa composta di parole, gesti, storie, prodotti, uomini, tecniche, usi gastronomici, miti e leggende. Questa rubrica proverà a dipanarla. Irene Foresti ci guiderà in questo saporoso viaggio che inizia oggi!