Anthium Lazio Bellone 2019 Casale del Giglio

Anthium Lazio Bellone 2019 Casale del Giglio

Anthium dal nome latino di Anzio, dove i contadini sostengono che il bellone, locale vitigno, abbia bisogno di aria di mare. Si parte da un’antica duna fatta di sabbie rosse, argille di tufi, marne sabbiose che hanno permesso una coltivazione a piede franco poiché la fillossera qui non ha avuto modo di insediarsi. Questo vino progettato e realizzato da Casale del Giglio è la prova provata di quanto ci sia ancora da scoprire nella nostra viticoltura tradizionale, a patto che si abbia il coraggio di portare concezioni qualitative e mezzi tecnologici moderni, capaci di evidenziare la personalità dei vitigni e delle zone viticole.

Lazio. Una panoramica enoica

Lazio. Una panoramica enoica

Che fine hanno fatto le tradizionali denominazioni di origine laziali? Che ne è stato della diffusione, non soltanto nell’Italia centrale ma anche in tante regioni del nord, dei suoi vini bianchi che hanno allietato i pasti e le serate di tanti italiani prima dell’avvento del Pinot Grigio? Le vecchie Denominazioni sono diventate obsolete in mano a cantine sociali incapaci di dare risalto alle loro produzioni. Per fortuna migliora il quadro un discreto gruppo di aziende. Queste continuano a mostrare una buona vitalità con successi destinati, ci auguriamo, ad aumentare nei prossimi anni.

Dindarello Bianco Passito Veneto 2019 Maculan

Dindarello Bianco Passito Veneto 2019 Maculan

Un vino nato da uve moscato giallo sui vulcanici suoli delle colline vicentine. Mostra bene le note aromatiche del vitigno, dalla frutta tropicale al geranio, fino alla salvia. Lo potete abbinare a pasticcerie cremose. Ma ricordate che un vino così non ha bisogno di accompagnare alcunché per essere apprezzato e goduto: basta solo un bel calice di media dimensione e la miglior compagnia che desiderate, sia di pomeriggio sia di sera.

Raboso del Piave 2017 Cecchetto

Raboso del Piave 2017 Cecchetto

Ecco un vino che sa porsi con caratteristiche organolettiche rinnovate, ma che ha conservato la memoria del passato, delle sue origini, di quegli uomini e donne per cui bere un bicchiere di vino era un gesto semplice e naturale, non poneva domande e non invitava a riflessioni. Un Raboso che può farsi conoscere e apprezzare ovunque ci fossero consumatori curiosi e capaci di affrontare qualche asperità per godere di profumi e sapori poco comuni, inconsueti nel panorama vitivinicolo mondiale. Non bevetelo da soli: in buona compagnia questo vino diventa più socievole, scioglie la lingua e stuzzica il palato.

VENETO Vini d’Oro / 1

VENETO Vini d’Oro / 1

Sui vini rosa o rosati si sa poco, si studia poco, si sperimenta poco e si progetta ancora meno.
Carlo Nerozzi è architetto e ha scelto di progettare vini gentili e garbati, che si mostrano con misura, discrezione e precisione. Anche il suo Bardolino Chiaretto è frutto di un progetto che riflette la personalità culturale del suo autore, tradotta tecnicamente da Federico Giotto. Con eccellenti risultati.