Dalla Guida Veronelli 2021, tre vini scelti per ogni regione, tra i meno noti ma degni di essere narrati, assaggiati e portati alla pubblica veronelliana ribalta. Ecco il primo per il Lazio.

Far emergere la personalità di un vitigno
di Gigi Brozzoni

Stavamo contando quante sono state le famiglie di commercianti di vini che ‘vollero farsi’ viticoltori: sono tante in ogni angolo del nostro fenomenale Paese e spesso hanno dato vita a imprese importanti, di gran successo. Sono, però, troppe per ricordarle tutte.

Ma la storia di Antonio Santarelli e della sua famiglia la vogliamo, seppur brevemente, raccontare perché emblematica di un approccio «scientifico» alla vitienologia moderna.

Cominciamo a dire che la famiglia Santarelli, originaria di Amatrice, si trasferisce a Roma per commerciare i vini del Lazio; dal primo spaccio si passerà ad alcuni punti di vendita sparsi nella capitale. Nel 1955 Dino inizierà a imbottigliare i vini e a venderli anche all’estero, soprattutto in Canada.

Il 1967 è l’anno della svolta: affascinato dalla naturalezza dell’Agro Pontino e dalla sua scarsa antropizzazione inizia a pensare che queste terre bonificate possano offrire buone possibilità per una viticoltura di qualità.

Fonda, così, l’azienda Casale del Giglio in zona Le Ferriere, tra Cisterna e Nettuno in provincia di Latina. Ma bisognerà aspettare gli anni Novanta del Novecento. con l’avvento di Antonio Santarelli, per il salto di qualità che oggi conosciamo, forse dovuto ai non esaltanti risultati raggiunti negli anni precedenti.

Inizia così a costruire rapporti di collaborazione con i più accreditati ricercatori universitari italiani insieme ai quali studiare l’interazione di quel particolare ambiente con un grande numero di vitigni prima laziali, poi campani e infine internazionali.

Nascono un gran numero di progetti che verranno interpretati enologicamente dall’atesino Paolo Tiefenthaler.

Paolo Tiefenthaler e Antonio Santarelli
Paolo Tiefenthaler e Antonio Santarelli

Viticoltura ed enologia saranno d’avanguardia; non essendoci tradizioni da osannare o rispettare, tutto sarà guidato esclusivamente dai risultati obiettivi, che si raggiungeranno. Numerosi sono i progetti ancora in corso e oggi vogliamo parlare del Bellone, antico vitigno laziale poco conosciuto ma che in passato godette di una certa notorietà.

Il progetto Bellone si realizza ad Anzio, dove i contadini locali sostengono che questo vitigno abbia bisogno di aria di mare: si parte su un’antica duna fatta di sabbie rosse commiste con argille di disfacimento di tufi e poi marne sabbiose del pliocene che hanno permesso una coltivazione a piede franco poiché la fillossera qui non ha avuto modo di insediarsi.

Il clima è prevalentemente marino con brezze occidentali che portano aria fresca, che sa di mare anche in piena estate.

Il vino si chiama, dal nome latino di Anzio, Anthium Lazio Bellone, è del 2019 e ha un bel colore paglierino caldo e scintillante, un profumo fragrante di frutti gialli, agrumi e fiori bianchi, poi profumi di macchia mediterranea con finocchietto e origano.

Al gusto scatena una freschezza e una sapidità sorprendenti su frutti maturi, avvolgenti, sottili e precisi, di essenze vegetali elegantissime.

È la prova provata di quanto ci sia ancora da scoprire nella nostra viticoltura tradizionale, a patto che si abbia il coraggio di portare concezioni qualitative e mezzi tecnologici moderni, capaci di evidenziare la personalità dei vitigni e delle zone viticole.


Gigi_Brozzoni

Gigi Brozzoni

Curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli nato e residente a Bergamo, dopo molteplici esperienze maturate nel campo teatrale e nella progettazione di arredi, nel 1986 incontra Luigi Veronelli. La passione per il vino lo spinge a costanti frequentazioni gastronomiche finché nel 1988 arriva al Seminario Permanente Luigi Veronelli di cui assume la direzione nel 1989. Vi rimarrà per 25 anni fino al pensionamento nel 2013. Ha diretto la rivista Il Consenso è stato animatore di convegni tecnico-scientifici in ambito viticolo ed enologico e ideatore e conduttore di corsi di analisi sensoriale per professionisti e appassionati. Negli anni Novanta ha curato la redazione dei Cataloghi Veronelli dei Vini Doc e Docg. e dei Vini da Favola. È autore del libro Professione Sommelier che fu adottato come primo manuale sul vino per le scuole alberghiere italiane. Per l’Associazione Le Città del Vino ha curato numerose edizioni de Le Selezioni di Eccellenza dei vini italiani.