La Chaumière
Signayes, AO

raccontato da Simone Dian

Mai, forse, abbinamento fu più riuscito di buon vino sposato a una buona carne. Se però i vini sono eccellenti e le carni pregiatissime, allora non si può non pensare a questo ristorante di Marco e Lucia Margueret, unica e autentica brasserie situata al centro della Valle d’Aosta, in attività da oltre cinquant’anni. Si erge a baluardo della buona cucina, dell’accoglienza e, perché no, del divertimento e del realax. Il posto ideale per una serata in compagnia, nel tragitto verso le Gallie o anche per una cena romantica.

Il locale sorge poco fuori Aosta, lungo il percorso della Via Francigena, in collina. Il panorama è suggestivo. Ci si trova circondati da montagne punteggiate di boschi, pascoli e vecchi villaggi, il tutto incorniciato dalla maestosa vista della parete sud del massiccio del Grand Combin (4314 metri) da un lato e del Monte Emilius (3559 metri) dall’altro.

Un’ampia sala, affiancata da una più raccolta, in cui regnano sovrani i toni del legno e del cotto al pavimento. L’arredamento trasmette subito accoglienza e sobria eleganza. Un ambiente caldo, comodo e tranquillo ravvivato dai colori dei molti quadri alle pareti. Un locale in cui ci si sente a casa. Durante la bella stagione, alle due sale, si aggiunge il dehor da cui si può godere della vista circostante e del timido fresco estivo valdostano.

La Chaumière è un ristorante di chiara ispirazione “carnivora” che strizza, però, l’occhio alle preferenze di ogni avventore. Le parole d’ordine che muovono ogni azione e scelta del ristoratore, quasi fossero un mantra, sono Qualità e Ricerca. Intenzioni che si ritrovano nel menu e nei piatti, sempre frutto di prodotti di primissima scelta, la cui provenienza assume, paradossalmente, quasi caratteri di esoticità, pensando alla spesso deludente offerta nel panorama gastronomico locale.

“La nostra è una cucina personale, cuciniamo e proponiamo esclusivamente ciò che piace a noi. Ecco perché è difficile inserirci in un vero e proprio stile culinario” dicono i proprietari. “Siamo amanti della carne e abbiamo voluto specializzarci in questo settore”. E il menu ne è una chiara dimostrazione. Filettini crudi di manzo e tartare conditi al tavolo, Chateubriand di filetto, Tomahawk di manzetta prussiana.

Vi si aggiungono, chicca pregevole, le specialità di chiara derivazione savoiarda, veri piatti simbolo di una cultura: la Braserade, la Reblochonade, la Pierrade e la Raclette à l’ancienne. Sono tutti piatti conviviali, caratterizzati dalla presenza di un “fornello” al centro del tavolo su cui ogni commensale cuoce a piacere il proprio boccone (griglietta con brace al di sotto nel caso della braserade o la caratteristica lastra di pietra ollare con fuoco vivo nel caso della pierrade), sia esso un filetto di ottimo manzo o una formina di formaggio Reblochon. Insomma, una cucina all’insegna dell’internazionalità che volge lo sguardo al di qua e al di là delle Alpi, portando in tavola tradizione nostrana e tradizione sabauda. Il che, per una zona di frontiera a chiara vocazione francofona come la Valle d’Aosta, non può che rappresentare un grande valore aggiunto.

E la Carta dei vini? Marco e Lucia svolgono un lavoro certosino di ricerca di quei vini che possano esaltare i valori della cucina che propongono. Sfogliando le varie pagine, è praticamente impossibile non trovare una bottiglia che non si abbini alla perfezione a ciò che si mangerà. L’areale vinicolo esplorato è vastissimo: si va dal Friuli alla Nuova Aquitania, dall’Austria alla Sicilia. Il tutto passando, inevitabilmente, dalla Valle d’Aosta e dalle grandi eccellenze del Belpaese, per un totale di quasi 400 referenze. Inutile dire che nulla è lasciato al caso, anzi di fronte a un qualsiasi dubbio o perplessità rispetto alla Carta, gli ospiti possono sempre contare sulla grande conoscenza e sulla cordiale disponibilità del personale e dei proprietari, sempre pronti a guidare le scelte verso la bottiglia giusta.

Stesso discorso vale per i distillati. A fine pasto è possibile rilassarsi degustando liquori classici, raffinati e selezionati. Oltre a sceltissimi “digestivi”, ci sono i Rum caraibici a più stadi e metodi di invecchiamento,  gli Scotch e Whiskey, incluse alcune delle grandi etichette delle Islay o, più in generale, della Scozia; grappe nobili e, tesoretto di casa Chaumière, una selezione di Bas Armagnac direttamente dalla Guascogna.

In virtù delle enumerate qualità, La Chaumière è un ristorante che merita il successo. Successo che passa attraverso la continua capacità di migliorarsi e di evolvere, congruamente ai tempi che mutano. Basti pensare alla sua singolare storia. Il locale nasce nel 1968 come Bar e Tavola calda per poi specializzarsi in carni pregiate dal 1971 e da lì si avvia a diventare un polo di eccellenza della cucina valdostana, passando da una parentesi in cui diventa anche una discoteca: dal 1977 al 2000, all’insegna di sfrenati balli e Champagne. Tutto merito dei Margueret, famiglia di artisti eclettici come dimostra Etto, il capostipite, per cosi dire, nonché ideatore del locale, che lavorò come macellaio a Parigi per 25 anni per poi diventare pittore quotato e, infine, ristoratore in Valle d’Aosta.

Oggi La Chaumière vive del grande lavoro di suo figlio Marco, erede non solo del patrimonio di famiglia, ma anche della passione paterna per le carni pregiate. Con lui è sua moglie Lucia, presenza costante in sala e vera direttrice d’orchestra del locale. In breve, siamo in un’oasi di eccellenza culinaria: grandi vini e ottima cucina all’ombra di alcuni fondamentali valori: accoglienza, famiglia, tradizione.
Un posto in cui essere. Provare per credere.

AO Signayes
LA CHAUMIÈRE
Frazione Clou 11
TEL 0165 40940
WEB ristorantelachaumiere.it
CHIUSO lunedì
N. COPERTI 70
COSTO 40

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Crediti fotografici per il ritratto di “Etto” Margueret: Etto


SIMONE DIAN

Nato ad Aosta nel 1993, è amante della natura, appassionato di arte e musica rock. Imprenditore nel settore gastronomico, è anche collaboratore di aostasera.it. Adora la birra e tutto ciò che è genuino e fatto a mano secondo la tradizione. Si avvicina al “buon cibo e al buon vino” in quanto espressioni di alcuni valori umani fondamentali quali amore, passione e duro lavoro. Dall’edizione 2022 collabora alla sezione Luoghi del Buon Bere della Guida Veronelli.