CÀ STALLA
Pergine Valsugana (TN)

di Simonetta Lorigliola

Castelpergine. Un luogo che tesse insieme storia, cultura, arte, letteratura, solidarietà , cucina e vini del territorio. Un luogo magico in cui questi molteplici connubi funzionano dando pura vita al lemma benessere, essere bene, stare bene ovvero: agire per un diffuso e condiviso bene comune.

La vista spazia dalle Dolomiti del Brenta alle cime della Valle dei Mocheni fino al lago di Caldonazzo. Castel Pergine si appoggia, con la sua architettura e la sua storia, sul colle Tegazzo.

Siamo sulla porta della Valsugana e, infatti, tutto nasce con uno strategico insediamento romano. Il castello viene poi ampliato e diventa una fortezza medievale nel XIII secolo. È un Volksburg con doppia cinta muraria, tante torri, diversi edifici e un palazzo baronale del Cinquecento, il resto sono edificazioni precedenti, le prime, appunto, risalenti al Duecento.

A lungo il maniero appartiene a Margarete Maultasch e poi a Massimiliano I, principe tirolese.

Oggi è un fervente fulcro culturale, grazie all’impegno dell’omonima Fondazione, nata nel 2019.

Ci racconta Manuela Dalmeri, della Fondazione Castelpergine:

«Ogni anno vengono realizzate mostre d’arte e non mancano diversificati appuntamenti musicali, letterari, artistici, teatrali, convegni e momenti di approfondimento, ve ne saranno anche anche in collaborazione con l’Università di Trento. Vengono poi ospitati eventi in collaborazione con organizzazioni non profit o Ong come Emergency e Cuam. Qi si vuole dare spazio alla cultura tout court, ma anche alla solidarietà, alla sensibilità ambientale, che con la cultura devono necessariamente camminare insieme».

In particolare va messa in luce la Mostra annuale di scultura, partita un trentennio fa.

Naturalmente l’emergenza sanitaria ha imposto uno stop. Ma con ottimismo si guarda avanti ed è già programmata l’esposizione di opere scultoree dell’artista Pietro Weber, inaugurazione il 1 maggio 2021 ore 16.00 (solo su prenotazione per rispettare i protocolli di sicurezza sanitaria).

Dalmeri: «L’abbiamo costruita attraverso una collaborazione tra artista e Fondazione per integrare le sue opere nell’architettura castellare. Le esposizioni, qui, non sono mai avulse dal luogo perché il Castello è la prima opera d’arte. Weber ci ha lavorato un anno intero e ha realizzato opere site specific».

La Mostra durerà per l’intero anno, con visite dedicate e guidate, che attraverseranno il palazzo, i parchi e i giardini.

Nella sala, recentemente restaurata, della Dama bianca troveremo un’interpretazione del Castello di Kafka – opera sostanziale in questo luogo- che la Fondazione ha intenzione di sviluppare ancora in future declinazioni culturali.

Dalmeri ci racconta, infine che «una squadra di volontari competenti e motivati partecipano attivamente alla conduzione delle visite, all’accoglienza, e anche alla manutenzione , mettendo a disposizione il loro tempo e la loro professionalità con lo scopo di valorizzare questo patrimonio culturale comune».

E non mancano imprese locali che finanziano restauri – tutti naturalmente nell’alveo vigilante dei Beni culturali- pulizia, giardinaggio e altre necessità.

All’interno delle mura medievali del Castello si trova un curato albergo, l’unico con queste caratteristiche storiche in Trentino. E poi c’è il ristorante. Anzi i ristoranti sono due. CastelPergine, che tuttavia non potrà aprire a breve poiché non rientra al momento nei requisiti per la ristorazione all’aperto.

E poi il Cà Stalla, l’osteria del Castello, ospitata in quelle che furono le storiche stalle.

Questa bella osteria in Castello aprirà venerdì 21 aprile 2021, rigorosamente in versione outdoor.

Tipologia del locale? Sei in una locanda medievale che offre cucina trentina, curata e veritiera.

La Fondazione ha affidato dal 2020 la sua conduzione a Fiorenzo Varesco, patron dell’Osteria storica Morelli di Canezza.

La cucina è di taglio trentino tradizionale, rivista e attualizzata da Varesco stesso che collabora anche, val la pena citarlo, con il Festival internazionale di cibo, cinema e videodiversità Tutti nello stesso piatto. promosso da diversi anni dal circuito del commercio equo e solidale, in primis la Cooperativa Mandacarù di Trento, con la direzione artistica di Beatrice De Blasi.

Varesco è affiancato da una squadra giovane e motivata. La cucina nasce da selezionate materie prime locali, tra cui diversi Presidi Slow Food dell’Alta Valsugana.

Cà Stalla affianca l’attività di ristorazione con la realizzazione di un orto didattico, e offre visite naturalistiche ai grandi spazi verdi che circondano il Castello (sono 17 ettari di terra!) e al territorio limitrofo.

La Carta dei Vini, semplice ma puntata sul territorio, nasconde la mano di Gianpaolo Girardi di Proposta Vini. Girardi ci segnala il Brut nature Blanc de Sera realizzato con le tre uve storiche della zona, tra cui la valdernara che era la varietà coltivata esclusivamente nei possedimenti limitrofi al Castello da cui si godeva la vista su quei vigneti, unici al mondo.

Tra i rossi, si può fare la conoscenza di varietà a piede franco come il lambrusco a foglia frastagliata. Non manca qualche espressione del Vino Santo Trentino.

Piccola selezione di vini al calice.

Cà Stalla
Via al Castello, 10
Pergine Valsugana TN
www.castelpergine.it



Simonetta Lorigliola

Simonetta Lorigliola, giornalista e autrice, si occupa di  cultura materiale. 
È nata e cresciuta in Friuli. Ha frequentato l’Università degli studi di Trieste, laureandosi in Filosofia. È stata Responsabile Comunicazione di Altromercato, la principale organizzazione di Commercio equo e solidale in Italia. Ha collaborato con Luigi Veronelli, nella sua rivista EV Vini, cibi, intelligenze e nel progetto Terra e libertà/critical wine. Ha vissuto in Messico, ad Acapulco, insegnando Lingua e cultura italiana. Ha diretto Konrad. Mensile di informazione critica del Friuli Venezia Giulia. Da molti anni collabora con il Seminario Veronelli per il quale è oggi Caporedattrice e Responsabile delle Attività culturali. La sua ultima pubblicazione è È un vino paesaggio (Deriveapprodi, 2018).
Foto di Jacopo Venier