Venerdì 15 novembre sarà presentata, presso l’ex Convento dei Neveri, l’edizione 2025 della Guida Oro I Vini di Veronelli
Abbiamo scelto di presentare l’edizione 2025 della nostra storica Guida vini in un luogo ad altissimo valore artistico e culturale, il Convento dei Neveri a Bariano, comune a sud di Bergamo.
Quest’anno ricorrono 20 anni dalla morte di Luigi Veronelli e più che mai abbiamo voluto saldare il legame veronelliano tra vino, cultura, storia e arte.
Qui sorgeva l’antico insediamento Vicus Averga, sulla strada che metteva in collegamento Milano con Aquileia: una via strategica che tale rimase anche nel Medioevo, trasformandosi in via imperiale.
Il sito era un riferimento importante anche perché sorgeva accanto all’antico guado dei Neveri sul fiume Serio. Un importante edificio romano di epoca imperiale composto da due corpi rappresentava la prima costruzione su cui poi sorsero le due chiese e il Convento.
Il sito, che versava in stato di abbandono, è stato recuperato e restaurato a partire dai primi anni del Duemila.
Gli edifici presentavano motivi decorativi di cui restano testimonianze intatte come il prezioso affresco devozionale che Vittorio Sgarbi ha così descritto:
“Una Madonna con il bambino di tradizione tardogotica con colori vivacissimi, datata 1491” (Sette, 14 10 2016)
I rinvenimenti archeologici indicherebbero che il Convento dei Carmelitani, fondato come tale nel 1480, sia sorto sull’antico insediamento romano.
I Frati restarono in attività tra le sue mura fino al 1770, anno in cui il luogo fu sconsacrato dalla Repubblica di Venezia che governava questi territori. Venne poi venduto all’asta e adibito a corte rustica, con osteria. Per ampliare lo spazio agricolo nel 1860 si demolì la chiesa principale, Santa Maria dé Neveri.
Integra è rimasta invece la chiesetta di S. Maria del Carmine dalla singolare struttura composta da due semicerchi. La forma circolare emerge anche dalle pareti esterne, sia al primo che al secondo livello, costituito da un tamburo circolare sul quale è innestato il piccolo campanile che ospita l’unica campana della chiesa.
Al suo interno cicli pittorici che risalgono al IV e V secolo d.C. raffiguranti episodi dell’antico testamento. Il lavoro dei restauratori ha messo in luce anche affreschi di epoca tardo romana nonché l’antica pavimentazione a mosaico:
“Vasti lacerti di affreschi romani di età imperiale, databili al secondo secolo, vibranti di classicità naturalistica (…) Eleganza, ritmo, agilità nello spazio caratterizzano questi gruppi animati” sottolinea ancora Vittorio Sgarbi.
Il rinvenimento di resti architettonici e soprattutto di affreschi di epoca romana rappresenta una scoperta sensazionale nel panorama lombardo.
Sgarbi conclude: «Riappare così, tra Brescia e Bergamo, un monumento romano straordinario e ricco di decorazioni rarissime in miracoloso stato di conservazione (…) per la singolarità di pitture antiche sopravvissute nella loro completezza in alzato, un unicum».
In questo contesto di ineccepibile valore e bellezza è stato recentemente inaugurato lo spazio espositivo permanete “Il Veronelli”: sei ambienti dedicati al massimo degustatore del Novecento: l’archivio documentale, la biblioteca con oltre 6.500 volumi, la cantina con circa 12 mila bottiglie, lo studio (la sua “fucina”), la sala assaggi e una caffetteria con l’obiettivo di far vivere la memoria e far conoscere il pensiero di una delle figure più autorevoli per la crescita della cultura materiale nel nostro Paese.