di Gigi Brozzoni,

Mi trovavo a Firenze al Borgo San Jacopo, proprio affacciato sul fiume, ma non certo per “risciacquarmi la bocca in Arno” (non me ne voglia il Manzoni per la parafrasi), dal momento che avevo decisamente di meglio da assaggiare. Ero in compagnia di Francesco Ricasoli e di pochi colleghi, perché si presentava la nuova annata 2021 delle quattro versioni di Chianti Classico Gran Selezione Gaiole.

L’andamento dell’annata 2021

Cominciamo col ricordare che, per quanto riguarda l’andamento climatico stagionale, il 2021 è iniziato con temperature primaverili piuttosto fresche, sotto la media stagionale; poi le piogge di aprile e maggio hanno provvidenzialmente fornito una buona riserva idrica, poiché l’estate è stata molto calda e siccitosa. Per fortuna dalla fine di agosto e fino a tutto settembre una buona escursione termica tra il giorno e la notte ha favorito una maturazione ricca ed omogenea. 

Certo che il 2020 fu forse più regolare, senza troppi alti e bassi, così che le maturazioni furono più puntuali, più precoci e propizie, e i vini che ne nacquero furono forse i più convincenti dell’ultimo lustro.

Quattro Cru

Cerchiamo ora di capire le differenze ambientali dei quattro cru, chiarendo fin da subito, però, che tutti rientrano nella Menzione Geografica Gaiole e che il sangiovese piantato in tutte le parcelle d’origine è frutto di diverse selezioni aziendali di alcuni biotipi e presunti cloni provenienti dagli storici vigneti di Brolio.

Vediamo allora i quattro vini in rigoroso ordine alfabetico, senza alcuna tentazione gerarchica.

Castello di Brolio 2021

Proviene da alcune vigne in prossimità del Castello, i cui suoli fanno parte del Macigno del Chianti, arenarie (sabbie e pietre) ben drenate del vigneto Sanbarnaba a 400-490 m, della Scaglia Toscana, galestro (argillite di Brolio) a 400-500 m, e di Monte Morello, alberese (argilloso-calcareo) a 350-390 m. Le esposizioni vanno da sud a sud-ovest e la densità di impianto a cordone speronato va dai 5.500 ai 6.600 ceppi ad ettaro.

Le uve sono state vendemmiate tra il 22 e il 25 settembre 2021; ogni singola parcella è stata vinificata separatamente con lieviti indigeni in vasche inox troncoconiche a 24-27°C e macerate con follature quotidiane per 14-16 giorni. Il vino è stato affinato per 23 mesi in tonneaux di 500 litri nuovi al 30%, quindi imbottigliato e affinato ancora 7 mesi prima dell’immissione sul mercato.

Dati analitici: Alcol 14,5% – pH 3,10 -Polifenoli t. 2.072 mg/L – Acidità t. 6,31 g/L – Estratto secco 27,43.

Carattere: frutto molto fragrante con sfumature floreali, condito da sensazioni di tabacco e cuoio con fini tratti speziati; al gusto esprime con eleganza una buona struttura tannica e una buona persistenza.

Ceniprimo 2021

Proviene dal Terrazzo Fluviale Antico del Pliocene e Pleistocene nei pressi del fiume Arbia, con depositi limosi, scarso scheletro, presenza di argilla e povero di sostanza organica. Il vigneto è posto a circa 300 m con esposizione a sud-ovest, allevato a cordone speronato e densità di 5.950 ceppi per ettaro.

Le uve sono state raccolte il 4 ottobre 2021 (le uve più tardive della stagione), fermentate con lieviti indigeni in serbatoi troncoconici di acciaio inox a 24-27°C con macerazione sulle bucce e follature giornaliere per 16 giorni; si è, in seguito, affinato per 22 mesi in tonneaux di 500 litri con il 30% di legno nuovo. Dopo l’imbottigliamento è sostato ancora 8 mesi prima di essere posto in vendita.

Dati analitici: Alcol 15% – pH 3,19 -Polifenoli t. 2.195 mg/L – Acidità t. 5,95 g/L – Estratto secco 26,93.

Carattere: grande intensità olfattiva, che dispiega tutto il patrimonio organolettico e sensoriale del Sangiovese, poi riproposto sul palato, dove è animato da una struttura tannica di dinamica forza e persistente eleganza.

Colledilà 2021

Le vigne poggiano sul Monte Morello, ricco di pietre di Alberese con carbonato di calcio e argilla, ma povero di sostanze organiche, a 350-390 m s.l.m. con esposizioni di sud-est e sud-ovest. L’impianto è a cordone speronato e conta su 6.600 ceppi per ettaro.

Le selezionate uve sono state raccolte il 29 settembre 2021 e la fermentazione con lieviti indigeni è avvenuta in vasche troncoconiche di acciaio inox ad una temperatura di 24-27°C, con macerazione di 14-16 giorni e follature giornaliere. Affinato per 22 mesi in tonneaux di rovere di 500 litri con un 30% di rovere nuovo, il Colledilà è stato quindi imbottigliato e lasciato affinare ancora 8 mesi prima della messa in vendita.

Dati analitici: Alcol 14,50% – pH 3,09 -Polifenoli t. 2.195 mg/L – Acidità t. 6,28 g/L – Estratto secco 28,53.

Carattere: di grande ampiezza aromatica con belle note speziate, di cuoio, tabacco, chiodo di garofano e frutti di bosco ben maturi. Sul palato rivela una struttura di grande concentrazione e decisa persistenza tannica, ma allietata da una sensazione morbida e avvolgente.

Roncicone 2021

Il suolo è di origine Pliocenica con depositi marini sabbiosi e fossili su pietre levigate e argille in profondità. Il vigneto è posto a 320 m s.l.m., allevato a cordone speronato ed esposto ad est con una densità di 6.600 ceppi per ettaro. Le uve sono state raccolte il 23 settembre 2021 e vinificate con lieviti indigeni; la fermentazione è avvenuta in vasche troncoconiche di acciaio a 24-27°C con macerazione di 14-16 giorni e follature giornaliere. Il vino è stato posto ad affinarsi per 22 mesi in tonneaux di 500 litri con il 30% di rovere nuovo e, dopo l’imbottigliamento, ha proseguito l’affinamento per altri 8 mesi.

Dati analitici: Alcol 14,00% – pH 3,12 -Polifenoli t. 1.799 mg/L – Acidità t. 6,32 g/L – Estratto secco 27,88.

Carattere: ampi profumi di gradevole intensità fruttata, aggraziata e ben espressa, su una struttura tannica appena rustica, con fresca acidità, note speziate in buona evidenza ed un tocco minerale nel finale.

In conclusione….

Gran bella degustazione, insomma, intervallata da diversi commenti circa la migliore o minore piacevolezza di questi quattro grandi vini strettamente legati da un unico progetto qualitativo, che vuole definire le diverse personalità attraverso cui esprimere questi diversi ambienti. E per finire non posso esimermi dal citare Claudio Mengoni, giovane e già affermato Chef del Borgo San Jacopo con affaccio sull’Arno, che ha ben colto il senso di questo pranzo-degustazione con accostamenti, sapori e consistenze che ci hanno aiutato e soddisfatto, con garbo e sensibilità.


Gigi_Brozzoni

Gigi Brozzoni

Curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli nato e residente a Bergamo, dopo molteplici esperienze maturate nel campo teatrale e nella progettazione di arredi, nel 1986 incontra Luigi Veronelli. La passione per il vino lo spinge a costanti frequentazioni gastronomiche finché nel 1988 arriva al Seminario Permanente Luigi Veronelli di cui assume la direzione nel 1989. Vi rimarrà per 25 anni fino al pensionamento nel 2013. Ha diretto la rivista Il Consenso è stato animatore di convegni tecnico-scientifici in ambito viticolo ed enologico e ideatore e conduttore di corsi di analisi sensoriale per professionisti e appassionati. Negli anni Novanta ha curato la redazione dei Cataloghi Veronelli dei Vini Doc e Docg. e dei Vini da Favola. È autore del libro Professione Sommelier che fu adottato come primo manuale sul vino per le scuole alberghiere italiane. Per l’Associazione Le Città del Vino ha curato numerose edizioni de Le Selezioni di Eccellenza dei vini italiani.