di Gigi Brozzoni

Le sette annate in degustazione

A seguito di un’interessante degustazione verticale delle sette annate di Ornellaia Bianco Toscana finora messe in commercio, svoltasi a Milano nelle belle sale di Carlo Cracco in Galleria Vittorio Emanuele II, più che sulla scontata bontà di questo vino (peraltro sempre valutato ai massimi livelli dell’enologia italiana dalla Guida Oro I Vini di Veronelli), vorremmo riflettere su una questione che spesso ci inquieta perché certamente di difficile approccio e di ancor più difficile soluzione.

Ha senso, ci domandiamo, disquisire e discriminare tra vino varietale e vino di territorio?

Ce lo chiediamo perché un vino di indiscussa qualità come Ornellaia Bianco – ma i casi analoghi sono molti – in questi dieci anni, accanto al dominante Sauvignon Blanc, ha subito numerose variazioni di vitigni e percentuali nella cuvée.

Si è partiti nel 2013, prima annata, con 70% di Sauvignon Blanc e 30% di Viognier; si è proseguito nel 2014 con 74% Sauvignon, 13% Viognier e 13% Petit Manseng. Nel 2015 e 2016 si passa al Sauvignon in purezza per poi tornare, nel 2017 e 2018, ad includere nel taglio il 9% di Viognier. Nel 2019, infine, la composizione si attesta su Sauvignon Blanc 81% e Viognier 19%. Certamente queste variazioni sono attribuibili anche ai diversi andamenti climatici e, nonostante i tempi di affinamento in barrique siano rimasti inalterati, nell’assaggio dei sette vini le differenze di uvaggio si sono ben percepite.

Questo problema è stato, naturalmente, avvertito anche dagli enologi di casa Ornellaia, capitanati da Axel Heinz, tanto che sono attualmente impegnati in una serie di riflessioni e ripensamenti circa i vitigni impiegabili, le procedure enologiche, i materiali e i metodi di affinamento al fine di fornire una più precisa caratterizzazione e una personalità più singolare e stabile alla migliore produzione bianca di questa importante azienda. Sono stati, così, presi in considerazione vitigni italiani di ambienti marittimi come vermentino e verdicchio; si è pensato al sémillon che a Bordeaux spesso accompagna il sauvignon; si sta ragionando sull’utilizzo di tonneau anziché barrique. Ogni singola procedura di produzione è, insomma, attentamente analizzata e discussa per infondere al vino un’identità più mediterranea. È naturale, quindi, aspettarsi nei prossimi anni ulteriori variazioni, perché la strada da percorrere per arrivare a un vero e proprio vino di territorio è tutt’altro che semplice.

Noi continuiamo a pensare che nel fare grandi vini bianchi oggi si privilegino le gradazioni zuccherine piuttosto che i quadri acidi delle uve, anche perché sappiamo che il clima di Bolgheri regala grandi maturità, ma indubbiamente pone qualche problema all’acidità. Non abbiamo, però, fretta e pazientemente aspetteremo che i dubbi produttivi e stilistici vengano sciolti, confidando che si arrivi presto a un Ornellaia Bianco dal netto carattere mediterraneo, fragrante ed elegante.

Intanto, vi segnaliamo che il nostro favore è andato ai millesimi (nell’ordine) 2013, 2019 e 2015, che hanno egregiamente accompagnato un piatto davvero eccellente di Carlo Cracco: salmerino in crosta, zucca e bietole, che segna un grande ritorno del pesce di lago.


Gigi_Brozzoni

Gigi Brozzoni

Curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli nato e residente a Bergamo, dopo molteplici esperienze maturate nel campo teatrale e nella progettazione di arredi, nel 1986 incontra Luigi Veronelli. La passione per il vino lo spinge a costanti frequentazioni gastronomiche finché nel 1988 arriva al Seminario Permanente Luigi Veronelli di cui assume la direzione nel 1989. Vi rimarrà per 25 anni fino al pensionamento nel 2013. Ha diretto la rivista Il Consenso è stato animatore di convegni tecnico-scientifici in ambito viticolo ed enologico e ideatore e conduttore di corsi di analisi sensoriale per professionisti e appassionati. Negli anni Novanta ha curato la redazione dei Cataloghi Veronelli dei Vini Doc e Docg. e dei Vini da Favola. È autore del libro Professione Sommelier che fu adottato come primo manuale sul vino per le scuole alberghiere italiane. Per l’Associazione Le Città del Vino ha curato numerose edizioni de Le Selezioni di Eccellenza dei vini italiani.