di Gigi Brozzoni

Dopo tanti anni di incontri, presentazioni, mostre ed esibizioni sul tema del vino pensavamo di aver visto e provato tutto quello che si poteva vedere e immaginare; eppure qualche giorno fa abbiamo dovuto rifare il bilancio e accertare che ci eravamo imbattuti in una nuova sensazione, ovvero lo stupore.

Nei giorni precedenti avevamo notato che le comunicazioni intorno a questo evento erano state molto generiche e quasi criptiche. Persino il titolo dell’incontro pareva suggerire qualcosa di interessante, ma di difficile identificazione.

Varrà, allora, la pena percorrere gli eventi con le modalità della cronaca prima di dare giudizi ed interpretazioni.

Intanto è stato scelto un luogo inusuale e suggestivo quale è l’ex-Teatro Wanda Osiris nel quartiere Isola di Milano, caratteristico per l’alta frequenza di locali di mescita vini, dalle classiche osterie ai moderni wine-bar. Il minuscolo teatro è arredato semplicemente, con pochi gradoni al posto del palcoscenico e la platea con comodi divani e divanetti, così che il pubblico e gli interpreti di questa jam-session si dispongano casualmente, mentre sulle bianche pareti vengono proiettate immagini, simboli e parole per sottolineare i temi e gli argomenti che si sarebbero trattati.

Da tre anni ormai, rompendo la tradizione che prevedeva tempi molto lunghi, le nuove annate di Biondi-Santi vengono presentate il 1° marzo. La storica casa propone ora il Brunello di Montalcino 2016 e il Brunello Riserva 2015, millesimi che segnano il passaggio tra la vecchia e la nuova proprietà.

È Gianpiero Bertolini, Amministratore Delegato, a illustrarci questo nuovo rito, questo nuovo progetto che prende il nome di “La Voce di Biondi-Santi” e si basa su un principio importante: «Vogliamo raccontare la nostra storia e la nostra evoluzione perché sentiamo la responsabilità di portare questa azienda nel futuro. Abbiamo costruito questo progetto intorno al termine “equilibrio” ed abbiamo chiesto ad una nota scrittrice di scrivere un racconto su questo tema. Abbiamo, quindi, dialogato con persone che lavorano in altri campi, non solo in quello del vino, chiedendo di spiegarci, appunto, il loro equilibrio. Ne sono nati un audiolibro e dei podcast.»

Due le voci scelte, quella italiana di Neri Marcorè e quella inglese di Tomas Arana, attore italo-americano, con due motivazioni: innanzitutto la voce entra dentro di noi nel cuore e nella testa come un buon vino ed è, inoltre, facilmente trasportabile, la si può portare in giro in maniera selettiva per tenere aggiornati gli operatori di tutto il mondo.

Subito nasce una conversazione imperniata sul tema dell’equilibrio tra Elena Dallorso, giornalista, scrittrice, appassionata di cibi e di vini che ha scritto il racconto Grappoli di Note ambientato proprio al Greppo, e Beatrice Venezi, Direttore d’Orchestra, toscana ma cittadina del mondo che porta l’eccellenza italiana nella musica; a loro si unisce Federico Radi, direttore tecnico dell’azienda che ci parla dei vini che, nel frattempo, ci vengono serviti. Si parte con il Brunello di Montalcino 2016, scuro, ricco, balsamico e profondo, a cui seguirà il più austero Brunello di Montalcino Riserva 2015.

I discorsi vertono ormai sui tre temi che caratterizzano il concetto di equilibrio, ovvero Uomo, Natura, Tempo. Elena Dallorso ricorda le emozioni provate percorrendo la galleria dei cipressi che conduce a Il Greppo e al mondo rurale interpretato da Franco Biondi Santi con la sua passione per la musica. Il tema musicale è ripreso da Beatrice Venezi, che racconta le difficoltà ma anche le soddisfazioni di una delle pochissime donne approdate alla direzione di orchestra con la responsabilità di rappresentare l’eccellenza musicale italiana. Prende la parola Susan Lin, Master of Wine e musicista appassionata, autrice di un brano per pianoforte ispirato ai vini di Biondi Santi. Il brano viene eseguito dal pianista Angelo Racz che, carpita l’attenzione del pubblico, accompagna la voce di Neri Marcorè in una breve carrellata di canzoni dei maggiori cantautori italiani.

Ora che tutti hanno assaggiato i nuovi vini de Il Greppo, Federico Radi inizia ad illustrare lo spirito con il quale si intende proseguire il cammino che ha portato a queste nuove interpretazioni dello stile Biondi Santi. Certo, compito non facile e irto di difficoltà quando si devono fare i conti con annate tanto diverse tra loro ed assai differenti da quelle che hanno permesso a Franco Biondi Santi e poi al figlio Jacopo di creare quella personalità, quella riconoscibilità, quel timbro che nel passato hanno reso i vini aziendali inimitabili e apprezzati dal pubblico di mezzo mondo (solo perché l’altra metà non si era ancora accorta e avvicinata ai vini di classe).

Quello che abbiamo visto, quello a cui abbiamo partecipato non è stato solo un momento di presentazione di due nuovi vini, seppure importantissimi, ma un modo nuovo e originale di inserire la presentazione di vini in un ambito culturale ampio e capace di coinvolgere figure intellettuali ed artistiche che, fino ad ora, al massimo avevano semplicemente assistito a questi eventi, senza mai farsi coinvolgere professionalmente. In sostanza un nuovo modo di approcciarsi al vino, all’agricoltura, e quindi a Uomo, Natura e Tempo. Un nuovo rito, dunque, una prima ed emozionante occasione d’incontro con il presente e il futuro di un’azienda storica che – come ha ben detto Bertolini – è patrimonio non solo di chi ne è proprietario ma, moralmente, di ogni uomo e di ogni donna del vino.


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Gigi Brozzoni

Curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli nato e residente a Bergamo, dopo molteplici esperienze maturate nel campo teatrale e nella progettazione di arredi, nel 1986 incontra Luigi Veronelli. La passione per il vino lo spinge a costanti frequentazioni gastronomiche finché nel 1988 arriva al Seminario Permanente Luigi Veronelli di cui assume la direzione nel 1989. Vi rimarrà per 25 anni fino al pensionamento nel 2013. Ha diretto la rivista Il Consenso è stato animatore di convegni tecnico-scientifici in ambito viticolo ed enologico e ideatore e conduttore di corsi di analisi sensoriale per professionisti e appassionati. Negli anni Novanta ha curato la redazione dei Cataloghi Veronelli dei Vini Doc e Docg. e dei Vini da Favola. È autore del libro Professione Sommelier che fu adottato come primo manuale sul vino per le scuole alberghiere italiane. Per l’Associazione Le Città del Vino ha curato numerose edizioni de Le Selezioni di Eccellenza dei vini italiani.