di Alberto Capatti
Lecca Lecca
AlbertoCapatti ci conduce, con cadenza quindicinale, in un itinerario gastronomico a ritmo jazz, svolto rigorosamente in punta di lingua. Cominci a leccarsi i baffi, chi li ha; gli altri possono passare direttamente al lecca lecca.
La bimba e la mamma giapponesi. Siamo in treno, fra Imola e Bologna, e nella carrozza spunta la controllora. La bambina gioca col telefonino, avrà quattro anni ed è seduta per terra. Lo schermo è luminoso, barre colorate, sprazzi di luce e di piacere.
La controllora s’avvicina e domanda il biglietto alla madre e questa cerca, poi strappa il telefonino alla bimba per mostrarlo. Un urlo, uno strillo, le manine stringono, non mollano, e il pianto arriva quando la partita è persa, e il piccolo schermo passa ad altro gioco, quello del biglietto.
Così va il mondo, oggi, e se riflettiamo che quel telefonino si carica di sempre più varie funzioni e obbiettivi – viaggiare, trastullarsi, nutrire – studiarne il futuro, è rendere meno conflittuale il presente.
Niente chicche solo smart, così va l’infanzia, ed è una lezione.