Un interprete burbero e raffinato del mondo enologico italiano

Daniel Thomases non è più con noi: proprio ieri sera ci ha lasciato.

Era stato tra gli storici collaboratori della Guida Oro I Vini di Veronelli: entrò nell’equipe nel 1990, ne curò la redazione con Gigi Brozzoni dal 1998 al 2017.

Thomases era nato a Stratford, nel Connecticut, e si era laureato in Lettere alla prestigiosa Harvard University del Massachusset. Tra le altre cose, era stato corrispondente in Italia per le importanti riviste: Wine Spectator dal 1990 al 1996, International Wine Cellar dal 1999 al 2001 e Wine Advocate dal 2003 al 2006.

Viveva in Toscana oramai da decenni, senza mai abbandonare il suo spiccato accento american.

«Daniel è stato un interprete costante e attento delle trasformazioni dell’enologia italiana degli ultimi 40 anni» ricorda Gigi Brozzoni. «Abbiamo lavorato a lungo insieme. Ci siamo incontrati l’ultima volta due anni fa a Terlano, in occasione di un’importante degustazione dedicata ai migliori Chardonnay del mondo. Lui conosceva tutto: i luoghi, i vini, le aziende. Non era mai impreparato: la sua era una cultura autentica e smisurata. E proprio quello, di lui, amava anche Veronelli».

Secondo il motto surrealistista per cui non esiste il caso, ma solo il caso oggettivo, Veronelli e Thomases si erano conosciuti nel tempio del vino italiano: l’Enoteca Pinchiorri a Firenze. Fu proprio Giorgio Pinchiorri a farli incontrare, rendendosi conto che nella stessa serata aveva a due diversi tavoli due persone eccelse che avrebbero certamente potuto parlare il medesimo linguaggio culturale ed enologico. Fu l’inizio di una lunga e proficua collaborazione, prima sulle riviste e poi nella Guida.

Conclude Brozzoni «Molti lo ricordano certamente anche per le sue intemperanze e il suo modo di fare un po’ brusco. Ma dietro a questa scorza di uomo burbero, c’era una persona di cultura e un raffinatissimo conoscitore dei vini di tutto il mondo».

Ricordiamo Thomases, riproponendo un piccolo estratto da uno dei numerosissimi suoi articoli usciti sulel riviste edite da Veronelli.

«La metodologia che seguo è quella di Anatole France: “la veritè c’ets dans la nuance, la verità è nelle sfumature”. E quella di William Blake: “generalizzare è idiota; solo il particolareggiare è una distinzione di merito. Le conoscenze generali sono quelle possedute dai cretini”.

Cerco di concentrarmi al massimo sul singolo vino e descrivere e valutare ciò che ci trovo (…) Prediligo i buoni vini di vitigni autoctoni, pur non disdegnando quelli di uve alloctone, soprattutto in quelle zone (Bolgheri, ad esempio) dove non esistano tradizioni da difendere. Non gradisco più di tanto i vini costruiti, i tagli migliorativi (…) dò un gran valore all’uso corretto dei legni (…).

Poca roba come metodologie e procedure? Pazienza, chi vuole seguirmi lo faccia, chi vuole più metodo, seguirà altri».

Daniel Thomases

Divieto di critica «Veronelli EV» estate 2003, pag. 57