Un gruppo di vignaioli che fa dell’amore per l’integrità del territorio la sua missione agricola, ambientale e culturale
di Alessandra Piubello

Arrivo dal blu marino adriatico per una strada panoramica. A neppure venti chilometri si staglia su una collina, nell’azzurro terso del cielo un borgo dalle case policrome, in alto il profilo del campanile della Chiesa patronale di San Pietro Apostolo e la possanza del castello medievale Chiola.
A vegliare il Gran Sasso e la Majella, tutt’attorno, vigne, uliveti, campi, boschi.
Ecco Loreto Aprutino, provincia di Pescara, borgo di settemila anime. L’immagine mi era già nota ancor prima di vederla, copertina di un libro della biblioteca materna, La difesa del territorio, scritto da nomi importanti per la loro militanza nella tutela e conservazione del paesaggio: Antonio Cederna, Italo Insolera, Fulco Pratesi.

A proteggere Loreto Aprutino dalla minaccia della costruzione di una centrale a biometano, nei pressi dei vigneti storici della seicentesca azienda agricola Valentini, si sono alzati in piedi sei produttori vinicoli di tradizione familiare: Valentini, Amorotti, Ciavolich, De Fermo, Talamonti, Torre dei Beati.
Da lì, nel 2019, inizia la storia di questi cavalieri senza cappa o spada, ben determinati a difendere un luogo antico, abitato fin dai tempi dei Vestini, dalla lunga tradizione agricola, testimoniata nel Chronicon Casauriense del IX secolo e dalla curtis Ocretanum (corrispondente a Cordano, zona di Loreto Aprutino).
Un’areale di lunga persistenza insediativa, dedito alla coltivazione dell’ulivo e della vite, alla pastorizia e allo sfruttamento dell’incolto; accanto alla pratica agricola portava avanti una sistematica attività artigianale.
Scongiurata la minaccia, grazie anche alla mobilitazione dei loretesi, l’alleanza del sestetto confluisce nella costituzione di Custodes Laureti, una rete d’imprese con l’obiettivo comune di custodire e valorizzare il genius loci di Loreto Aprutino, evidenziandone l’aspetto agronomico, culturale e storico-paesaggistico e rivitalizzando il tessuto sociale.

«I progetti che abbiamo realizzato» – spiega Chiara Ciavolich, past president di Custodes Laureti – «si sono dipanati da una prima zonazione viticola del territorio, all’aumento della biodiversità con il progetto ‘Nidi in campagna’ per favorire la riproduzione di uccelli insettivori utili all’agricoltura. Abbiamo partecipato attivamente alla valorizzazione della Fondazione dei Musei Civici di Loreto Aprutino, abbiamo ospitato spettacoli teatrali e abbiamo investito nel sociale con progetti destinati alle scuole e ai giovani come passeggiate ecologiche, orti didattici ed eventi per far conoscere ai giovani le antiche tradizioni contadine. Abbiamo sventato l’installazione di una centrale elettrica nella zona di produzione del fagiolo tondino del Tavo, presidio Slow Food, e anche evitato la realizzazione di una megaporcilaia. Non abbiamo fatto tutto da soli, sia chiaro, abbiamo una comunità che ci sostiene, dato che il nostro scopo e la nostra unione trascendono il vino e guardano al valore di Loreto Aprutino in tutte le sue specificità».
Loreto Aprutino è la Borgogna d’Abruzzo (come scrive Paride Vitale nel suo libro D’Amore e d’Abruzzo, presentato a dicembre 2024 dall’associazione) e già il nostro Veronelli alla fine degli anni Settanta definiva gli appezzamenti di Castelluccio, Camposacro e Colle Cavaliere dell’azienda agricola Valentini come cru.
Ora, grazie al lavoro di Gabriele Valentini, ricercatore dell’Università di Bologna ma loretese di nascita, sono state mappate le contrade del vino di Loreto Aprutino e pubblicate in un libro realizzato con il contributo del Gal Terre Pescaresi e, ovviamente, di Custodes Laureti.
Leggendo Le contrade del vino di Loreto Aprutino ripassiamo alcune informazioni note: il vigneto si estende alla destra del fiume Tavo, ad un’altitudine compresa tra i 115 e i 435 metri, su suoli di origine marina con formazione di depositi alluvionali e una struttura ghiaioso-argillosa-sabbiosa. Punto di forza dell’areale è la costante ventilazione.

L’innovazione dello studio scientifico consiste nel riconoscimento di quattro unità paesaggio: il medio versante con Cocciapazza e Camposacro, caratterizzato da esposizione settentrionale dei versanti, temperature più fresche e suoli profondi; la piana alluvionale, con Palazzo e Salmacina bassa, dal mesoclima piuttosto umido e vigneti esposti a mezzogiorno con suoli argillosi e ricchi di scheletro; la sinistra idrografica del Tavo con Cecalupo, zona costantemente battuta dal vento ad alta quota, mentre più a sud gode di alti livelli di irraggiamento, dai suoli di matrice argilloso-sabbiosa ma anche calcarei e particolarmente ricchi di scheletro; il medio alto versante con Scannella, Colle Cavaliere, Cordano, Cancelli, contraddistinto da versanti a nord (freschi e ventilati), suoli prevalentemente argillosi con una maggior presenza di sabbia nella parte orientale, mentre l’altopiano del Cordano è ricco di depositi ghiaiosi. Nel libro le tavole dei suoli sono descritte in maniera compiuta e approfondita, mi si perdoni la necessità di sintesi.
Fra i progetti futuri dei Custodes Laureti, la creazione di un biodistretto per aumentare la biodiversità e la creazione di una De.Co., che comprenda vino, olio (dalla tradizione plurisecolare), il tondino del Tavo, una tipologia di fagiolo già presidio Slow Food, la Fondazione dei Musei Civici con la collezione di calibro internazionale Acerbo di antiche maioliche di Castelli e con l’Antiquarium Casamarte e il Museo dell’Olio.
La creazione della De.Co., che dovrebbe iniziare il suo percorso durante il 2025, ci vede particolarmente attenti: le Denominazioni Comunali furono concepite da Luigi Veronelli in difesa dei sapori, dei saperi e delle tradizioni di ogni singola comunità. La De.Co. è una certificazione che ogni comune d’Italia può adottare per valorizzare quei prodotti, agroalimentari o artigianali, realizzati all’interno del Comune stesso, riconoscendone il tratto identitario. Uno strumento semplice ma rivoluzionario per la salvaguardia delle tradizioni territoriali.
Complimenti a Custodes Laureti che si impegna a salvaguardare, valorizzare il proprio borgo nella sua interezza, per stimolare le future generazioni a coinvolgersi e a restare, magari lasciando loro i risultati di una fattiva operosità collettiva come memoria.

ALESSANDRA PIUBELLO
Giornalista e scrittrice veronese, degustatrice professionista, è Direttore di numerosi periodici e autrice di libri e reportage di turismo gastronomico. Vanta collaborazioni con testate di rilievo nazionale e internazionale ed è presenza costante nelle commissioni dei più rinomati concorsi enologici al mondo.