Un uomo di una grandezza generosa. Grande perchè ha perseguito con ostinazione la strada della qualità e della ricerca, favorendo la rinascita di vitigni sotterrati dal tempo e dalla viticoltura insensibile. Generosa perchè l’opera di Nicodemo Librandi è partita dalla sua ormai epica azienda in Cirò Marina ma ha abbracciato tutta la Calabria. È grazie ai Librandi, Nicodemo e il fratello Antonio, che oggi esiste un’identità enoica calabrese.
Nicodemo Librandi è, come avrebbe detto Veronelli “in fuga tra gli dei”. Salutiamo la sua generosa grandezza di uomo e vignaiolo.
Vogliamo ricordarlo con le parole di Veronelli, dedicate al suo Mantonico 2001:
«Oggi ho sul tavolo dei miei assaggi il Mantonico 2001 di Nicodemo e Antonio Librandi. Tre le bottiglie bevute. Bicchiere via bicchiere, in uno spazio di tempo “umano”. Non so quanti saranno i colleghi che già l’hanno classificato. Spero con parole esterrefatte, da che io – che son decano- neppure riesco a tentarlo un esame organolettico. Di più, di più, di più. Torno, sì, alla prestanza alcolica ed al sentore maschio di roccia calda. Di fronte al miracolo enoico, mi sono inginocchiato». (Veronelli EV, novembre 2002).
Le condoglianze accorate e sincere del Seminario Veronelli raggiungano la moglie Enza, i figli Paolo e Raffaele, i nipoti Francesco, Teresa, Walter e Daniela.