La Vigna Gustava e il progetto solidale di Fondazione CRC

di Redazione

Lunedì 19 giugno siamo stati in Piemonte, tra Fubine (AL) e Grinzane Cavour (CN) in occasione di Barolo en primeur, un innovativo progetto che intreccia uno dei “vini da favola” d’Italia, il Barolo, ai valori della solidarietà, del territorio, dell’arte e della finanza etica.

Il progetto propone un’asta solidale internazionale promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in collaborazione con la Fondazione CRC Donare ETS e con il supporto del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. L’obiettivo è promuovere e sostenere progetti sociali e culturali.

Protagoniste di Barolo en primeur sono le barrique che contengono il vino originato dalla Vigna Gustava, realizzato da uno dei grandi maestri dell’enologia italiana, Donato Lanati. La vinificazione avviene in maniera separata a partire da una parcellizzazione della vigna in base all’esposizione, all’altitudine e all’età delle viti.

Ne abbiamo saggiato i notevoli risultati durante un’interessante degustazione tecnica che si è svolta nella bellissima sededel laboratorio Enosis Meraviglia.

Questo Barolo viene battuto all’asta un anno dopo la vendemmia, ma ovviamente attenderà più di 2 anni prima di poter essere messo in commercio, completando così i 38 mesi di invecchiamento minimi a decorrere dal primo giorno di novembre dell’anno di vendemmia. Durante questo tempo 18 mesi li trascorre in botti di legno, come da disciplinare di produzione del Consorzio.

La Vigna Gustava e la zonazione

Sorge di fronte al Castello di Grinzane Cavour, nell’omonimo Comune, con una pendenza media del 35/40%. Il geologo Francesco Lizio Bruno ha realizzato un’analisi del terreno, determinandone le caratteristiche geologico-ambientali. Il terreno è composto da Marne di Sant’Agata Fossili, la formazione più comune e diffusa nella Langa del Barolo e del Barbaresco, che solitamente è composta quasi interamente da strati marnosi con poca sabbia con percentuale importante di sedimenti fini, limo e argilla. Il terreno della Vigna Gustava si è formato nell’età Tortoniana, periodo geologico compreso tra 11.6 e 7.2 milioni di anni fa, e deriva dall’antico bacino terziario piemontese, il mare che occupava la zona fino all’Era Quaternaria. 

All’interno della Vigna sono state individuate 6 diversificazioni geopedologiche che si differenziano non solo per la diversa concentrazione degli elementi costitutivi, in cui prevale la presenza dell’anima calcarea, a fianco del magnesio, potassio, limo, calcio e argilla, ma anche per la profondità del substrato marnoso, che va dai 70/80 cm fino ai 100/110 cm, un elemento particolarmente rilevante per la coltivazione del Nebbiolo, le cui radici possono raggiungere i 7 metri di lunghezza. 

L’analisi svolta conferma quindi la vocazione della Vigna Gustava alla zonazione, ovvero la suddivisione di un’area o di un territorio in base alle caratteristiche eco-pedologiche, e dà ancora più forza alla scelta dell’enologo Donato Lanati di parcellizzarla vinificando in maniera separata le barrique in base all’altitudine, all’esposizione e all’età di ogni vite. 

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