di Andrea Alpi – dalla Guida Veronelli 2021
I vini delle Marche, come i colli metafisici da cui nascono, sono di una bellezza discreta e poco appariscente.
Caratteristiche, queste, che dovrebbero spingere il bevitore assennato a visitarne le terre e le vigne, e a conoscerne e apprezzarne maggiormente vini, stili e suggestioni.
La materia prima non manca di certo, a partire da suoli davvero vocati alla viticoltura che declinano in cento valli e poggi dai contrafforti appenninici alti e forti fino alla costa.
Un clima variegato ma sempre temperato, senza eccessi; un grappolo di vitigni di grande pregio – montepulciano, sangiovese e verdicchio su tutti – attorniati da una rosa di uve espressive anche solo a livello locale.
Sono spesso queste ultime ad essere al centro di una recente riscoperta: pecorino e passerina tra i bianchi, lacrima, vernaccia nera e aleatico tra i rossi.
A ben cercare si trova sempre, tra i vini marchigiani, qualcosa che possa interessare e soddisfare, sia cercando bianchi molto più che ben fatti, spesso longevi come i Verdicchio nelle due espressioni di Jesi e Matelica (che sono come Sole e Luna), sia rossi che non hanno nulla da invidiare ai blasonati colleghi toscani.
Abbiamo trovato ottime conferme soprattutto nel Conero e nel Piceno, con vini ricchi e ben espressi. Il vertice qualitativo è spesso da ricercarsi tra le maglie più agevoli dei disciplinari dell’Igt Marche Rosso, che permettono a vignaioli ambiziosi e capaci di realizzare vini concentrati ma sempre bevibili e appaganti.
C’è spazio anche per rosati profumati e per dolci, passiti e muffati di grande pregio.
Il mercato sta premiando costantemente gli sforzi dei produttori marchigiani, sia i privati piccoli e medi che le buone cantine sociali, che stanno mostrando di saper fare il passo secondo la gamba.
Anche il comparto dei sedicenti vini naturali e biologici è particolarmente vivace; buoni riscontri stanno ottenendo anche le sperimentazioni di vini fermentati in anfora, anche se per ora siamo ancora lontani da una vera rappresentatività.
CREDITI FOTOGRAFICI: Tenuta Cocci Grifoni, Moncaro – Gio Martorana
ANDREA ALPI
Gastronomo, sommelier, Sensory Project Manager SISS (Società Italiana di Scienze Sensoriali), collabora da oltre vent’anni con il Seminario Permanente Luigi Veronelli per cui è responsabile della Didattica e della Formazione nonché, dal 2021, tra i curatori della Guida Oro I Vini di Veronelli. Ha contribuito a numerose pubblicazioni della Veronelli Editore tra cui la Guida Oro Gli Spumanti d’Italia e ha curato i volumi sulla Lombardia della collana I Migliori Vini d’Italia. Nell’altra sua vita professionale è psicologo psicoterapeuta, consulente del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ospedale Niguarda di Milano.