Dalla Guida Veronelli 2021, tre vini scelti per ogni regione, tra i meno noti ma degni di essere narrati, assaggiati e portati alla pubblica veronelliana ribalta. Ecco il terzo per la Lombardia.

Morbidezze lacustri
di Andrea Alpi

Il paesaggio della sponda meridionale del Lago di Garda è profondamente differente da quasi tutti i contrafforti montuosi e verticali della parte centro-settentrionale.

Qui, dove l’antico ghiacciaio che diede origine al Benaco esaurì la sua corsa tra ciottoli e sabbie il panorama è dolce, lievemente gibboso, in un susseguirsi di morbide alture e piccole pianure punteggiate di boschetti e frutteti.

I suoli sono composti da argille stratificate di origine morenica e di natura sedimentaria, prevalentemente calcaree, ricche di sali minerali, che nella fascia più collinare si fanno via via più sabbiose.

Non è una terra facile da lavorare: compatta e dura in tempi di siccità, diventa molle e fangosa dopo la pioggia. Le sue caratteristiche chimico-fisiche tuttavia regalano al vino profumi vigorosi, netti e una struttura ben equilibrata.

Nell’entroterra di Sirmione, tra Desenzano e Peschiera lungo il confine tra Lombardia e Veneto opera da 40 anni l’azienda La Rifra dei fratelli Fraccaroli, esordio quest’anno sulla Guida Oro.

14 ettari di vigneti condotti a basso impatto ambientale e senza diserbo, divisi tra uve rosse e bianche, quest’ultime rappresentate dal turbiana.

Non è del Lugana però che voglio parlarvi ma di un vino rosso frutto di un uvaggio, pratica frequente nel basso Garda.

Il Nito infatti unisce le uve di cabernet sauvignon e merlot – quest’ultimo ormai veneto d’elezione – al garbo gentile, profumato e fresco del marzemino, antichissima varietà euganeo tridentina che nei suoi spostamenti dall’Oriente primigenio venne diffusa ampiamente in ambito lombardo-veneto.

4000 piante per ettaro con una produzione intorno ai 100 quintali / ha forniscono la materia prima che viene appassita in cassette di legno per 2 mesi prima di essere vinificata e sostare poi due anni in barriques.

Ne nasce un sorso concentrato e sapido senza eccessi, netto nei suoi sentori di violetta, rosa e spezie, con un tannino levigato ma presente e un profilo morbido come i lacustri rilievi da cui proviene.

La Rifra
Desenzano del Garda BS


ANDREA ALPI

Gastronomo, sommelier, Sensory Project Manager SISS (Società Italiana di Scienze Sensoriali), collabora da oltre vent’anni con il Seminario Permanente Luigi Veronelli di cui attualmente è responsabile della Didattica e della Formazione. Nel recente passato ha contribuito a numerose pubblicazioni della Veronelli Editore quali Guida Oro I Vini di Veronelli e Guida Oro Gli Spumanti d’Italia; ha curato i volumi sulla Lombardia della collana I Migliori Vini d’Italia. Oggi è anche il Responsabile didattico dell’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli. Nell’altra sua vita professionale è psicologo psicoterapeuta, consulente del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ospedale Niguarda di Milano.