Domenica prossima, 3 maggio, alle ore 11.00, presso il Monastero San Pietro in Lamosa di Provaglio d’Iseo (Brescia), il Comitato Francesco Arrigoni consegnerà il premio dedicato al giornalista allievo di Luigi Veronelli e primo direttore del Seminario Permanente Luigi Veronelli.
Nella sua terza edizione il riconoscimento va a una figura straordinaria del “mondo del latte e del formaggio”, Guglielmo Locatelli, con la seguente motivazione:
“Dopo Libera e i pescatori di Lampedusa, il premio che ricorda Francesco Arrigoni è attribuito a Guglielmo Locatelli. Una persona, non un’associazione o un gruppo. Una persona non isolata, perché ha coinvolto la famiglia nel salvare dall’estinzione un formaggio raro, lo Strachitunt. Il premio vuol essere un riconoscimento al duro lavoro del casaro, sui pascoli di montagna. Un lavoro che Guglielmo ha iniziato da ragazzo e ancora oggi, passata l’ottantina, non ha abbandonato. Un lavoro che altri definirebbero una missione. La giuria, che preferisce volare basso, applaude in Guglielmo Locatelli un infaticabile camminatore sui sentieri della storia, delle radici, delle tradizioni, un luminoso esempio di “operaio dell’ombra” che s’è impegnato per tramandare e salvare quel che di bello e buono sanno offrire i monti della Lombardia. Lo Strachitunt può solo ringraziarlo, e noi con lui. “
Francesco Arrigoni
Giornalista bergamasco di schiena dritta, morto improvvisamente a 52 anni, ha avuto una vita breve ma ha saputo riempirla di cose buone e giuste. Allievo di Luigi Veronelli, fondatore e direttore del Seminario Veronelli, è passato alle pagine del Gambero Rosso e poi, negli ultimi dieci anni, a quelle del Corriere della Sera.
Ha scritto di vini e cibi non per hobby ma per profonda passione e competenza: è stato cuoco, ha lavorato le vigne. Come molti di quelli che amano la terra (iniziale maiuscola o minuscola, a piacere) ha coltivato una visione etica.
Lo accompagnava la fama di avere un brutto carattere, condivisa con quelli che hanno un carattere che brutto non è, ma forte, serio, allergico a lusinghe e tentazioni, contrario a mode, sguaiataggini e violazioni assai frequenti nel mondo del mangiare e bere.
Non gli piaceva stare in prima fila sotto i riflettori, piuttosto in un angolo, ma illuminato dalla sua competenza e coerenza, oltre che dalla stima degli addetti ai lavori.
Il Premio
Il premio, attribuito da una giuria che ha per presidente Antonella Colleoni, moglie di Francesco e suo figlio Dante tra i giurati (gli altri giurati sono amici di Francesco e compagni di strada), ha cadenza annuale e viene assegnato, in corrispondenza della data di compleanno di Francesco, “a una iniziativa contraddistinta da una forte valenza etica”.
Consiste in 5.000 (cinquemila) euro e un oggetto artistico realizzato da un allievo della Scuola d’Arti e Mestieri F. Ricchino di Rovato. Tre le caratteristiche fisse dell’opera: un pezzo di roccia, a ricordare la passione di Francesco per la montagna e le arrampicate, un cuore a ricordare la sua generosità (fino all’espianto degli organi) e la sua passione civile. E qualcosa che spunta dalla roccia, forse una vite, perché gli uomini possono morire, le idee no: sono come semi, portati dal vento o dagli uomini di buona volontà. L’autrice di questa edizione è Ilaria Zim Facchi.
Per la prima edizione, era stata premiata Libera Terra, l’associazione nata con l’obiettivo di valorizzare territori stupendi ma difficili, partendo dal recupero sociale e produttivo dei beni confiscati alla criminalità organizzata per ottenere prodotti di alta qualità attraverso metodi rispettosi dell’ambiente e della dignità della persona. Fu don Luigi Ciotti a ritirare il premio a Provaglio. Nel 2014 la scelta della Giuria ricadde sui pescatori di Lampedusa sempre in prima fila, da anni, in una catena di solidarietà e coraggio che fa onore ai lavoratori del mare. In loro nome e rappresentanza, ritirò il premio il pescatore-assessore Vincenzo Billeci.