Ho deciso di non chiedermi più da dove è arrivata quella bottiglia e neppure da quando e perché me la sono trovata sul tavolo: una bella etichetta gialla con il riconoscibile marchio della tenuta Friggiali. Ma il nome del vino Pietrafocaia non me lo ricordavo e pensavo di confonderlo con Pietranera, nome di un altro marchio della famiglia Peluso Centolani. Invece no, era esatto, ma era l’annata di produzione un poco insolita: 1997. Ho controllato sulle vecchie Guide e ho scoperto che lo assaggiai per l’edizione del 2002.

Era un Sangiovese in purezza proveniente dalle stesse vigne che producono il loro Brunello di Montalcino ma, a sua differenza, era elevato in barriques invece che in botti di rovere da 30, 50 e più ettolitri e veniva distribuito un anno prima del Brunello. In pratica era un perfetto Supertuscan ad Indicazione Geografica Tipica Toscana Rosso; un vino moderno, forse destinato ai mercati esteri o comunque ai consumatori che apprezzano vini morbidi e rotondi. Trovarlo dopo dieci anni mi ha incuriosito e non ho resistito: ho estratto il tappo che, ben conservato ed efficiente, lo ha mantenuto alla perfezione.

Il Pietrafocaia Toscana Rosso 1997 della Tenuta Friggiali di Montalcino ha ancora un impeccabile colore rubino profondo e vivo ed emana intensi profumi di frutti di bosco maturi e quasi concentrati, ma accarezzati da un alito animale caldo e morbido; poi arrivano le spezie dolci accompagnate da liquerizia, ginepro e cardamomo. Al gusto si ritrovano le stesse sensazioni piacevolmente fuse in una densa consistenza, con acidità e tannini che si sono raccolti in una perfetta simbiosi calda e confortevole, vellutata e serica, di superiore eleganza e portamento.

Dispiace solo che un patrimonio di questo genere non abbia più trovato il suo giusto spazio e la sua ragion d’essere. Ma noi continuiamo a sperare…

Gigi Brozzoni