Anthony Raimondi, un valente neurochirurgo statunitense di fama mondiale, giunto a fine carriera professionale decise di tornare in Italia ove passare il suo tempo a contatto con la natura e in una zona paesaggisticamente dolce e rilassante. Insieme alla moglie Lucia girò molte regioni italiane fra le più belle e alla fine la scelta cadde sulla Valpolicella. Trovò a Gargagnago, una frazione di Sant’Ambrogio di Valpolicella, una bella villa seicentesca circondata da un meraviglioso parco secolare, che negli anni Cinquanta fu dichiarato Monumento Nazionale per via delle varietà arboree che conferivano alla località “una nota paesistica di non comune bellezza”.

Il dottor Raimondi volle diventare viticoltore: accanto alla villa c’era una bella vigna che iniziò a coltivare con criteri qualitativi e nella piccola cantina, ricavata da in alcuni locali agricoli, mise le poche attrezzature che gli servivano per produrre i tipici vini della Valpolicella.
Lo conobbi un giorno che venne a Bergamo per farmi assaggiare i suoi vini e presto diventammo amici, come se ci conoscessimo chissà da quanto tempo. Non sopravvisse a lungo, vittima della stessa malattia che lui stesso aveva curato ad altri da una vita. L’azienda restò nelle mani di Lucia, che seppe inventarsi un nuovo ruolo, competente ed attenta.

Ho conservato alcune sue bottiglie di Recioto e di Amarone di Valpolicella e la scorsa settimana ho avuto voglia di aprire la bottiglia di Recioto della Valpolicella Classico 1995 di Villa Monteleone a Sant’Ambrogio di Valpolicella (Verona). Era buonissimo! Garbatamente dolce, con carezzevoli note di fiori appassiti e di confettura di ciliegia, ha una trama finissima e vellutata, ancora fresca dove solo il colore ha mostrato un lieve cedimento granata. Gli sarebbe piaciuto tantissimo, erano questi i vini che lui voleva produrre; vini garbati ma che lasciano il segno, che colpiscono senza clamore.

Gigi Brozzoni