Al di là di tutte le teorie più o meno serie o peregrine sull’abbinamento cibo e vino, che qualcuno pomposamente definisce persino “tecniche”, sappiamo benissimo che nella stragrande maggioranza dei casi siano la sensibilità e l’esperienza del consumatore gli elementi che determinano una scelta. Solo eccezionalmente si possono programmare cibi e vini che si pensa possano essere accostati fornendo un valore aggiunto alla bontà e godibilità di entrambi, ma anche queste eventualità sono sempre governate dall’alto dai relativi prezzi.

Insomma, si fa presto a dire che il tal piatto andrebbe abbinato al tal vino prodotto nello specifico vigneto, nell’anno giusto, dalla tale azienda agricola, e via di seguito, poi però bisogna fare i conti con le proprie tasche, con tutti i condizionamenti del vivere che spesso ci portano a compiere scelte diverse da quelle codificate dai “matrimoni d’amore” tanto ambiti e desiderati. A volte, però, ci imbattiamo in vini che hanno una così forte e precisa identità che sono loro a chiederci di essere abbinati a certi cibi.

Prendete quello che ci è successo ieri sera: ci eravamo preparati sia una bottiglia di vino bianco che una di vino rosso; il tempo tuttavia ci ha indotto a scegliere il secondo, perché la temperatura, scesa piuttosto repentinamente, ci suggeriva un vino confortevole, caldo e vellutato. Abbiamo aperto così il Visellio Primitivo Salento 2008 delle Tenute Rubino di Brindisi ed abbiamo scoperto che, un poco inaspettatamente, bene si accostava alla saporita lattuga brasata preparata per la cena.

Ma più si andava avanti con il pasto, più il vino prendeva il sopravvento sulle nostre emozioni: un Primitivo di rara bontà, ricco, concentrato e maturo, perfettamente asciutto (al contrario dei tanti Primitivo zuccherini e volgari che circolano di questi tempi), quindi elegante e sobrio nonostante i suoi 16 gradi alcolici. Era lui, il vino nel calice, che ci chiedeva continuamente di più: voleva più sapore, più incisività gustativa e solo quando abbiamo staccato uno spicchio di Caciocavallo podolico pugliese stagionatissimo e saporitissimo ci è parso pago, domato e soddisfatto.

Soddisfatto di aver svolto egregiamente il suo compito tanto che avvicinando l’orecchio alla bottiglia ormai vuota si poteva udire una voce lontana e fievole: missione compiuta.

Gigi Brozzoni