Se qualcuno pensasse che per fare un vino di successo basti saper fare un buon vino si sbaglierebbe di grosso perché, più andiamo a cercare le origini della grande viticoltura italiana e dei suoi eccellenti vini, più continuiamo a scoprire che alla base, all’origine di questi vini vi sono motivi del tutto estranei alle vigne, alle cantine ed al vino. Spesse volte vi sono questioni di eredità, di spartizioni, qualche volta di separazioni, di litigi familiari, di incontri fortuiti o casuali, intrighi sentimentali, di relazioni segrete, di esperienza lavorative e, qualche volta, persino  questioni storiche.

Pensate, infatti, che il vino di cui parleremo oggi è stato prodotto per merito di Napoleone. Sì, proprio il sommo imperatore, colui che ne ha combinate peggio di Bertoldo in Italia. In mezzo a tutte le malefatte ne ha combinata una buona: ha dato il via alla produzione del Contessa Entellina Rosso Mille e una Notte 2008 di Donnafugata in quel di Marsala in provincia di Trapani. Non si stupiscano lor signori, perché il Marsala è nato nel Settecento dalla sete di un mercante inglese, l’Amarone negli anni Cinquanta con l’arrivo in Valpolicella del saccaromicete Bayanus, e tutti i vini affinati in barriques dall’esigenza di avere un contenitore facilmente gestibile e trasportabile a mano.

Quindi, tornando al nostro vino, dobbiamo iniziare la sua storia raccontando della sete di potere di Napoleone che voleva conquistare il regno di Napoli. Con l’arrivo delle truppe napoleoniche a Napoli inizia la fuga della regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV di Borbone, che si rifugia in una delle più belle case di campagna di Sicilia appartenuta al Principe Filangeri di Cutò. Dalla “donna in fuga” la casa prese il nome di Donnafugata.

Poi dobbiamo aspettare più di un secolo affinché Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che risiedeva a Donnafugata, scriva il suo famoso romanzo Il Gattopardo, che uscirà postumo nel 1958: in esso si narrano le vicende familiari del Principe Don Fabrizio Salina, immerse nelle vicende storiche che portarono all’unità d’Italia, e del tempo che la famiglia amava passare nella residenza estiva di Donnafugata. Ma ci vorrà il genio e l’arte di Luchino Visconti per far diventare familiare e popolare il nome Donnafugata con la trasposizione cinematografica del romanzo; e lo farà con attori del calibro di Claudia Cardinale, splendida, Alain Delon, bellissimo, e Burt Lancaster, affascinante.

Ora abbiamo bisogno di Giacomo Rallo, imprenditore vitivinicolo siciliano, perché fu lui a capire che il nome Donnafugata era diventato sinonimo di una sicilianità scintillante, sfarzosa e prestigiosa; e, desiderando fondare una nuova azienda vitivinicola che sapesse esprimere e comunicare il concetto di elevata qualità legato a quel territorio, a quelle persone e a quella viticoltura, non poté scegliere altro nome. Nacque, così, Donnafugata ed il nome diventò presto sinonimo di vini siciliani di qualità. Ci volle anche l’arte e la creatività di Gabriella Anca Rallo, moglie di Giacomo, per far diventare la ricciuta chioma della regina Maria Carolina il marchio di Donnafugata, che campeggerà su tutte le etichette dell’azienda.

A questo punto Giacomo Rallo ha bisogno di inventare un vino che sappia esprimere i concetti di tradizione siciliana, di modernità tecnologica, di originalità e riconoscibilità del gusto e di internazionalità della comunicazione e dei consumatori. Da una parte sarà Giacomo a doversi occupare delle questioni tecniche arruolando persino il principe degli enologi italiani, Giacomo Tachis, con il quale si sceglieranno i vitigni, le zone da esaminare e i suoli da piantare, si sceglieranno cloni e forme di allevamento, si sperimenterà come vinificare e come affinare; dall’altra sarà invece una mirabile intuizione ancora della moglie Gabriella a dare nome e veste grafica a questo nuovo vino. Un vino che dovrà essere così ricco e poliedrico da riuscire a dar vita a tanti diversi racconti, che mutano di giorno in giorno; così tanti che solo un libro come Le Mille e una Notte potrebbe racchiudere. Ed ecco trovato anche il nome del vino; ora basta inserire la facciata del palazzo di Donnafugata in una notte stellata così che sia fatta pure l’etichetta. Una delle più belle che si conosca.

Poi, dopo tutto il lavoro tecnico di campagna e di cantina, il vino con il millesimo 1995 si è presentato al pubblico, quasi due secoli dopo le incursioni napoleoniche; ed ora i figli Josè e Antonio dovranno continuare il lavoro iniziato dai genitori per fare in modo che questo vino sappia fare sempre nuovi e affascinanti racconti. Useranno la viticoltura e l’enologia migliori, manterranno integra la sua immagine, andranno per il mondo a raccontarlo anche in musica, come sa fare Josè. E il racconto continuerà per mille e una notte ancora ad ogni vendemmia che il cielo vorrà dare.
Ma dopo questi racconti non vi abbiamo ancora detto com’è questo vino e sentiamo che tutti se lo stanno chiedendo; è presto detto. È come Claudia Cardinale nel film Il Gattopardo: splendido.

Intanto godetevi questo taroccatissimo spezzone in lingua spagnola: http://www.youtube.com/watch?v=Pc6_CoGT3lk

Gigi Brozzoni