Abbiamo conosciuto la famiglia Spinelli qualche anno fa a Roma, ad una presentazione dei loro vini in quel tempio dell’enologia, ormai chiuso, di Jan d’Agata, a fianco della scalinata più famosa al mondo, quella di Trinità dei Monti. In questo luogo di incredibile bellezza e prestigio, complice Rocco Lettieri, amico e per un tratto compagno di cordata nella Guida Oro I Vini di Veronelli.

Gli Spinelli sono figli della terra d’Abruzzo e dopo anni di ricerca, di impegno e di passione hanno costruito una nuova cantina che così descrivono: «Una “casa del vino” incastonata nella collina, ad esprimere architettonicamente il forte legame con il territorio che ci caratterizza, ma a concretizzare anche decenni di esperienza nel ricavare dalle uve d’Abruzzo, e dal suo vino, la massima qualità.»
È evidentissimo il loro amore per le vigne, l’attaccamento alla terra ed il rispetto delle tradizioni contadine seppur riviste e rese più attuali.

Abbiamo bevuto il loro vino più prestigioso, il Montepulciano d’Abruzzo Tolos 2006 di Terra d’Aligi di Atessa, in provincia di Chieti. È un vino ricco e concentrato dal profumo sontuoso e maturo, con folti frutti masticabili, una viola appassita, un alito vegetale selvatico di salda personalità ed una ricca offerta speziata. Al gusto sembra invadere la bocca con frutto denso e dolce, caldo per la generosità alcolica ma ben tessuto su una trama tannica di sicuro impatto e grande spessore. Un vino decisamente sopra la media che vuole celebrare la ricchezza del vitigno, della terra e dei suoi artefici.

Ma c’è una cosa che non riesco a tacere poiché mi inquieta: perché questa bottiglia così inumanamente pesante? Che senso ha una tale quantità di vetro? Chiamate il vostro vino Tolos, che è l’antica costruzione in pietra dove alloggiavano i pastori durante la transumanza, eppure questa vicinanza, questa confidenza con la terra e le sue semplici necessità non vi ha messo in guardia dal scegliere una bottiglia che è l’esatto contrario di quella che voi pensate sia la vostra missione.

Ho pesato una bella bottiglia piena di vino pregiato: la bilancia mi ha dato 1201 grammi; la vostra bottiglia di Tolos 1984, 780 grammi in più. È impressionante lo spreco di materia, di energia e di lavoro, che rischia anche di passare quasi per poca attenzione verso il rispetto della natura e dell’ambiente condiviso. Non penalizzeremo minimamente il contenuto di queste bottiglie, anzi, laddove opportuno come in questo caso, ne loderemo convinti la qualità; ma non potremo mai sottrarci dal sottolineare le storture insite nel contenitore.

Gigi Brozzoni