Il 30 marzo scorso era di sabato e per la maggior parte degli italiani è stato un giorno qualunque, tranne per il fatto che era la vigilia di Pasqua. Si sono svegliati alla solita ora ed hanno guardato dalla finestra per vedere se il cielo ci avrebbe dato un poco di tregua o se avrebbe continuato a piovere come stava facendo da alcuni giorni. In alcune zone del nord, soprattutto quelle in prossimità alle Alpi, una spruzzatina di nevischio ha persino imbiancato i prati e le foglie dei cespugli.

Delusi e sbadiglianti, hanno iniziato le normali attività che di solito svolgono il sabato: qualcuno è andato a lavorare per via dei turni, qualcun altro per terminare ciò che non aveva finito il giorno precedente, altri ancora, invece, sentendosi libero da impegni è uscito di casa, si è recato all’edicola vicina e al bar dell’angolo ha preso un buon caffè. Ha iniziato a leggere il giornale per scoprire, ma già se l’aspettava, che non c’era nulla di nuovo e di buono all’orizzonte, e così è tornato a casa e ha pensato come organizzarsi la giornata.

La spesa al supermercato: agnello o capretto quest’anno? La colomba industriale o quella artigianale della pasticceria? L’antipasto di pesce o di carne? Poi, verso l’una, un pranzo leggero con la famiglia per poter sopportare qualche prevedibile eccesso di cibo il giorno di Pasqua. Forse una pennichella, il pomeriggio rilassante ed i preparativi per la festa del giorno dopo. Qualcun altro ha fatto una passeggiata, breve con la sciarpa e l’ombrello perché sembrava Natale. Una cena ancora più frugale e qualcuno è uscito per le funzioni religiose: la Santa Messa nella quale si benedicono l’acqua e il fuoco, normalmente chiamata la Messa della luce.

Ma qualcuno questa giornata l’ha vissuta in un modo tutto differente già dal primo mattino e per tutta la giornata ha avuto un pensiero fisso, dominante, che non ha lasciato molto spazio alle solite questioni quotidiane, perché, proprio pochi minuti dopo la Messa della luce, all’ospedale di Savigliano è nata una bimba che è stata chiamata Lucia. E così, nello stesso istante in cui Lucia è venuta alla luce, Sophie e Giuseppe sono diventati mamma e papà, Francesca e Isidoro sono diventati zii, Milena e Aldo sono diventati nonni. Da quel giorno la famiglia Vajra sta guardando il futuro con altri occhi, con altro spirito.

Con questi pensieri noi ci siamo sentiti vicini alla felicità di questa famiglia ed abbiamo pensato di stappare una bella bottiglia di Barolo Bricco delle Viole 2008 dell’Azienda Agricola Vajra di Barolo (Cuneo) di cui vi dirò soltanto che era squisito perché anche la nostra testa in quell’occasione era più vicina a Lucia che al bicchiere di vino.

Gigi Brozzoni