Vi sono alcuni vini in Italia, nati negli ultimi trent’anni, capaci di raccontarci la storia dell’enologia. Essi, infatti, hanno segnato le principali tappe di un cammino che via via ha messo in risalto temi estremamente didascalici, momenti di un percorso collettivo e che ha spesso scavalcato i confini della loro denominazione e della loro Regione.

In un precedente vino al giorno avevamo preso in esame l’evoluzione dell’etichetta del Tignanello, perché in quelle poche frasi e nel modo di porle al consumatore v’era inscritta la storia della moderna viticoltura del Chianti Classico; oggi vogliamo raccontarvi l’evoluzione del Vino Nobile di Montepulciano attraverso un suo rappresentante importante che ha raccolto ovunque numerosi consensi: il Vino Nobile di Montepulciano Asinone dell’Azienda Agricola Poliziano di Montepulciano Stazione, in provincia di Siena, di proprietà della famiglia Carletti. Federico Carletti, attuale patron, ha ricoperto fino a questa primavera l’incarico di presiedere il Consorzio di Tutela del Vino Nobile, proponendo un’immagine più dinamica e moderna della Denominazione.

Il Vigneto Asinone è esposto ad ovest ed è a circa 400 metri di altitudine. Il primo impianto risale al 1961 e risente di una impostazione chiantigiana fatta con sesti di impianto piuttosto larghi e con la presenza di filari di Trebbiano e Malvasia. Già nel 1963, però, questi due vitigni vengono sovrainnestati con Colorino e Canaiolo. Nel 1991 vengono impiantati tre ettari piuttosto fitti con Cabernet Sauvignon, Merlot e Prugnolo Gentile e nel 1997 se ne aggiungono altri due di Prugnolo Gentile, sempre con la stessa densità ma con portainnesti molto deboli.

È del 1983 prima uscita del Nobile di Montepulciano “Vigna Asinone Riserva”; con il nome “Vigna dell’Asinone” verranno prodotti i Nobile di Montepulciano del 1982, 1983, 1985, 1988 e 1990 e alla base di Prugnolo Gentile inizieranno ad essere aggiunti piccoli quantitativi di Canaiolo Nero, Colorino e Mammolo. La “Vigna Asinone” torna in etichetta nel 1993 e 1995, segnando il passaggio all’uso di barriques e tonneax per l’affinamento, mentre il definitivo nome Nobile di Montepulciano Asinone lo assume dal 1996.

La Bottiglia di Asinone che abbiamo aperto oggi è del 2005 e comincia a mostrarsi con dei bei segnali di maturità olfattiva integri e complessi, si dispiega con forti toni fruttati subito affiancati da un insieme di note animali, tabacco, inchiostro, chiodo di garofano per sfociare in un vago ricordo di viola appassita. Al gusto ha tutta la polposa frutta che si lancia generosa a conquistare ogni angolo della bocca ed è intessuta da una trama tannica leggermente vivace, ma che ha placato i suoi ardenti spiriti per farsi più cheta e riflessiva. Si può finalmente dire che adesso arriva il bello.

Gigi Brozzoni