Correva l’anno 1982 allorché Angelo Sonvico e la moglie Emiliana, milanesi, scovavano un angolo di magia tra le colline del Monferrato e fondavano Cascina La Barbatella. Sospinti dal contagioso entusiasmo di Giacomo Bologna (il cui nome – chissa perché? – salta sempre fuori quando si tratta di Barbera d’eccellenza) e con l’imprescindibile collaborazione dell’enologo Giuliano Noè, si disponevano presto a realizzare le loro prestigiose ambizioni.

Passavano un paio di decenni e correva dunque l’estate del 2001 quando rubizzi grappoli di barbera si trovavano a maturare in una vigna vecchia di cinquant’anni di Nizza Monferrato, coccolati da un clima conveniente ed ideale. Nell’autunno, poi, venivano vendemmiati, le bacche pigiate con cura ed il mosto posto a fermentare. Poi fu il tempo in cui la Barbera, ormai fattasi vino, terminava anche la malolattica e si risolveva ad affrontare un ponderato periodo di affinamento in piccole botti di rovere francese, dalle quali usciva dopo circa 9 mesi per essere imbottigliata e trascorrere un ulteriore, quieto riposo in vetro.

Correva di nuovo un autunno, questa volta del 2004, e mi venne l’idea di dirottare il mio babbo, ad Asti per lavoro, nella cantina di Angelo Sonvico per acquistare qualche bottiglia dei suoi preziosi vini. Seguivano affannosi contatti telefonici e mercanteggiamenti vari: “Prendi quattro di queste, quattro di quelle ed ancora quattro di quelle altre.” “Ma non ti bastano due, due e due?” “No, papà, non bastano. Ma vedrai che resterai contento.”

Correva, quindi, una novella primavera – quella del corrente anno 2013 – quando il sottoscritto insieme al di lui padre stappava con curiosità una bottiglia di Barbera d’Asti Superiore La Vigna dell’Angelo 2001 della Cascina La Barbatella di Nizza Monferrato, provincia di Asti, proveniente dal lotto di cui abbiamo appena scritto. Dal calice sprizzava l’energia di un vino tutt’altro che stanco, che univa toni confortevoli ad una vena linfatica ancora ben fresca e vitale, racchiusi in una trama di eccezionale fittezza sottolineata da tannini di finissimo rilievo.

Da che correva l’anno 2010 – occorre dirlo, infine, per completezza d’informazione – Cascina La Barbatella appartiene alla famiglia Perego, che ne continua fedelmente l’ormai trentennale tradizione di qualità, garantita da un’identica passione e da un immutato staff tecnico.

Corrono, così, le stagioni e gli anni, ma ci sono cose che si dispiegano nel tempo come un filo conduttore, sottile eppur tenace, sempre pronto a rammentarci e riproporci il formidabile intreccio delle vite e delle storie, degli uomini come dei vini, con la loro continuità, i mutamenti, gli sviluppi talvolta confortanti, spesso sorprendenti.

Marco Magnoli