Non me ne vogliate ma non amo il calcio e le uniche partite che vedo in televisione, solo per spirito di identità e di appartenenza, sono quelle della Nazionale italiana impegnata nei tornei Europei o Mondiali. Quindi di calcio ne vedo solo per un mese ogni due anni. Per cui quando Leonardo Valenti continuava a dirmi che voleva portarmi da Luigi Pirlo, padre di Andrea Pirlo, il calciatore, io cercavo sempre di svicolare. Finché ho ceduto alle sue garbate insistenze e siamo andati ad incontrarlo nella sua tenuta nella provincia orientale di Brescia, Pratum Coller.
Luigi Pirlo è un imprenditore siderurgico che ama la natura e appena il suo lavoro glielo consente si rifugia in questa tenuta dove intrattiene rapporti molto stretti e confidenziali, quasi intimi, con piante, siepi, fiori, prati, boschi, collezioni di esotiche e ricercate specie arboree e quant’altro ha il potere di appagare il suo spirito meditativo. E non parla di calcio. Ma se c’è di mezzo Leonardo Valenti vuol dire che c’è viticoltura e difatti una piccola squadra di suoi allievi universitari, guidata da Marco Tonni, gestisce alcuni ettari di vigna con sistemi di coltivazione che si ispirano alla sostenibilità ambientale, al rispetto della natura, senza etichette preconfezionate. Sette ettari e mezzo di vigne con vitigni italiani e internazionali (Marzemino, Barbera e Sangiovese con Merlot, Pinot Nero, Syrah, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon; l’unica varietà bianca è il Trebbiano di Lugana) per dare vita a quattro soli, selezionatissimi vini. Due vini rossi, Redeo e Arduo, Eos il rosato e il bianco, longevo Nitor.
L’Arduo Montenetto di Brescia 2009 di Pratum Coller (a Flero in provincia di Brescia) è un vino dal carattere internazionale ma che “sente” qualche eco del territorio, soprattutto in quella sfumatura selvaggia degli aromi vegetali che ha alla sua base; ma ci sono certamente anche spezie e piuttosto piccanti, frutti maturi di sottobosco soprattutto, accenni balsamici e di liquerizia. Insomma, un vino ampio, generoso, appagante e con una bellissima trama tannica di fine ed elegante fattura.
E tutto ciò alle porte di Brescia, in una terra poco nota per i suoi prodotti, con un uomo ed una famiglia più avvezzi all’acciaio e al calcio. Non si può proprio stare un attimo tranquilli.
Gigi Brozzoni