Non tutte le metamorfosi sono uguali. C’è quella che è toccata in sorte a Gregor Samsa, il famoso personaggio narrato da Franz Kafka, il quale si risveglia un mattino e si trova trasformato in un enorme insetto, evento traumatico e devastante al solo immaginarsi possa succedere a noi, ma per fortuna rimasto, almeno lo speriamo, solo nelle pagine dei racconti del grande scrittore boemo.

All’opposto, ve ne sono altre, certamente meno drammatiche, che si compiono nel corso di un’intera vita e segnano il passaggio, lento e progressivo, dalla giovane età fino alla maturità e successivamente alla vecchiaia. Queste metamorfosi sono narrate da una grandissima quantità di scrittori, ma non vengono quasi mai chiamate con quel termine bensì semplicemente vengono narrate come le naturali trasformazioni o evoluzioni dell’uomo.
Ma qualche volta mi sorprendono quelle metamorfosi piuttosto lente, che potremmo chiamare imitative, le quali segnano l’evoluzione morfologica di alcune persone che progressivamente tendono ad assomigliare a qualcun altro, ad una sorta di modello cui aspirare. Questa è la sorte che è toccata a Graziano Specogna il quale, fin da quando era un giovane produttore di vini bianchi friulani, profumati e fragranti, si avvicinò a quel gran circo che riusciva a mettere in ballo Giacomo Bologna e che si portava appresso ovunque andava.
La generosità, l’esuberanza, l’allegria del grande Giacomo erano raffigurate, rappresentate dalla sua mole fisica e sotto le sue grandi ali si portava appresso quegli amici che avevano bisogno di aiuto, di stimoli e di protezione. Uno di questi era, per l’appunto, Graziano Specogna, che pian piano tende ad assumere la mole, la postura e le sembianze di Giacomo Bologna. Anche i suoi vini mi sembra si siano modificati nel corso del tempo, diventando sempre più consistenti ed intensi, sostanziosi senza perdere in brio, in vivacità.
Mi sono aperto una bottiglia di Colli Orientali del Friuli Pignolo 2008 dell’Azienda Specogna Leonardo in località Rocca Bernarda di Corno di Rosazzo in provincia di Udine; vi ho trovato la generosità, l’esuberanza e l’allegria di Graziano e Giacomo, oltre a quelle note balsamiche e silvestri che solo il Pignolo, questo prezioso e raro vitigno friulano, sa esprimere così compiutamente.
Gigi Brozzoni