Sull’abbinamento dei vini a tavola si sono scritte probabilmente tante di quelle pagine da avvolgervi l’Italia intera, ma, nella maggioranza dei casi, questa enorme mole di parole risulta tanto estranea alle abitudini degli italiani che è come se nessuno avesse scritto nulla. Tanto che in tema di vini spumanti di qualità è ancora la Belle Époque a dettare usi e costumi: allora lo Champagne era prevalentemente dolce, per cui lo si beveva in larghe coppe e a fine pasto, sui dessert o sulle note dei balli che concludevano le cene di gala. Tutte cose che gli italiani hanno visto e appreso in innumerevoli film ambientati in quell’epoca e che la nostra nascente televisione ha elargito a larghe mani ai telespettatori.

Poi questi vini, una volta che lo zucchero è divenuto un prodotto industriale e quindi alla portata di tutte le tasche, si sono trasformati e hanno prevalso i più secchi Brut. Ma l’abitudine ormai era ben consolidata, per cui tutte le volte che si festeggiava qualcuno o qualcosa, a fine pasto con la torta o i pasticcini si serviva lo spumante Brut (che nel frattempo si è cominciato a produrre abbondantemente anche in Italia).

Abitudine contrastata, osteggiata e derisa da tutti ma dura a morire, e per vedere qualche piccola revisione alle italiche abitudini si è dovuto attendere una ventina d’anni, quando a questi vini è stato assegnato il ruolo di vino da aperitivo. Già questo aveva un significato rivoluzionario anche se, a dire il vero, questo ruolo era concentrato prevalentemente nel periodo natalizio, perché durante il resto dell’anno le vecchie abitudini tornavano a galla.

Ma come si fa a far diventare vini da pasto questi vini che ancora oggi non sono quasi considerati tali ma dei prodotti a se stanti? Compito arduo e difficile che i Villa di Monticelli Brusati stanno affrontando da dieci anni: Sparkling Menu è un concorso tra ristoranti che inventano e preparano piatti da abbinare ai Franciacorta di casa Villa.

Ieri sera è andata in scena la finale che vedeva ai fornelli: Enrico Bartolini del ristorante Devero a Cavenago di Brianza con Patata soffice Uovo e Uova abbinato a Franciacorta Emozione Brut 2009; Ennio Zanoletti della Hostaria Uva Rara di Monticelli Brusati con Ravioloni di Tinca ripiena con Burro di malga e Formaggella abbinato ancora a Franciacorta Emozione Brut 2009; Enrico Braghese del ristorante Zì Rico di Palestrina con Spaghetti Cacio e Pepe con Franciacorta Rosé Brut 2009; Gagan Nirh del ristorante Tabla di Lugano con Rana Pescatrice in Salsa di Spezie tostate, tipiche del Maharashtra con Franciacorta Rosé Brut 2009; Teresa Buongiorno del ristorante Già Sotto l’Arco di Carovigno con Cestino di Pasta Fillo ai Frutti Rossi con Franciacorta Rosé Demi-Sec.

La numerosa e festosa giuria popolare, fatta di giornalisti, appassionati, venditori e compratori, amici e parenti tutti, ha messo sul podio Enrico Bartolini con il suo buono e bello antipasto, originale nei sapori ma occhieggiante al famoso Dripping di Gualtiero Marchesi, omaggio alla pittura di Jackson Pollock.

Noi su quel piatto ci avremmo preferito un vino più secco come il Franciacorta Extra Brut Extra Blu 2007 di Villa, ma non si può avere tutto dalla vita, e allora ce lo berremo oggi.

Gigi Brozzoni