Da ragazzi, anche un po’ cresciuti, si ironizzava spesso su una scuola elettrotecnica di Torino, la scuola per corrispondenza più famosa a quei tempi che, si diceva, ti faceva costruire una radiolina a transistor che alla fine del corso ti sarebbe costata un sacco di soldi. Qualcun altro, invece, senza conoscerci ci diceva: ridete, ridete, vedrete cosa vi farò vedere io con la scuola per corrispondenza! E così la scorsa settimana ce l’ha fatto vedere: Laurea Honoris Causa in Ingegneria Elettronica del Politecnico di Milano conferita a Pasquale Forte con Laudatio del professor Roberto Negrini.

Quella di Pasquale Forte è una vita tutta straordinaria nella quale si è trasformato da aspirante elettrotecnico a industriale di straordinari intuito, creatività, audacia e successo. Si è inventato un modo più preciso, efficiente ed economico di fare avvolgimenti elettrici ed è andato a venderli ai più grandi costruttori di televisori, giapponesi e tedeschi. Intuendo che il tubo catodico avrebbe avuto ancora poco da vivere, si è inventato un formidabile sistema di accensione dei motori a scoppio ed è andato a venderlo alla Ferrari ed a una decina di prestigiose case automobilistiche di tutto il mondo.

Ma le sue origini contadine non sono mai state dimenticate ed a lungo hanno albergato nel suo cuore, finché un bel dì si è comperato una grande tenuta in valle d’Orcia ove far rinascere il suo legame con la terra. È salito a Bergamo da Luigi Veronelli, il quale gli ha presentato il gotha della ricerca viticola ed enologica del nostro Paese, ma Pasquale Forte ha voluto diventare lui stesso grande viticoltore e grande vinificatore; ha imparato da tutti ciò che c’era da imparare e poi ha scelto una sua strada, una sua via all’agricoltura ecocompatibile ed un suo sistema enologico improntato al recupero delle tradizioni contadine.

In quasi quindici anni la valle d’Orcia ha conosciuto uno sviluppo, una fama ed una reputazione difficilmente pensabile senza l’intervento di Pasquale Forte. Giovedì scorso, il neo-ingegnere Pasquale Forte si è lasciato festeggiare a Milano presso Il Luogo di Aimo e Nadia da amici e docenti universitari: emozionatissimo, ha ripercorso le tappe fondamentali della sua vita avventurosa con la semplicità e l’umiltà che la terra conferisce a tutti coloro che l’amano, la lavorano e la vivono.

Si sono bevuti tutti i suoi tre vini, dal Petruccino al Petrucci al Guardiavigna, ma l’allegra compagnia ci ha impedito di osservare attentamente le caratteristiche del Guardiavigna, ed allora domenica, protetto dalle intimità delle mura domestiche ci siamo stappati una bottiglia di Guardiavigna Toscana 2007 di Podere Forte, Merlot 65%, Cabernet Franc 20%, Petit Verdot 15% provenienti da Castiglione d’Orcia in provincia di Siena.

Vi ho trovato tutta la nobiltà dei vitigni bordolesi, i suoi toni campestri un po’ animali, la dolcezza dei selvatici frutti di bosco, l’eleganza del tessuto tannico così minuto e fitto da divenir seta e velluto, e alla fine, ma solo se si presta bene l’orecchio, anche il leggero fruscio della radiolina costruita tanti anni fa dal futuro ingegnere Pasquale Forte.

Gigi Brozzoni