Che cosa spinge un viticoltore fortemente radicato nel suo territorio, intimamente legato alle sue storiche varietà, avvinghiato agli aromi e sapori che l’hanno accompagnato per tutta la sua vita, a partire da casa per cercare un altro territorio da conoscere, dell’altra terra da coltivare, nuovi vitigni da allevare, nuove uve da vinificare, nuovi gusti da governare per sedurre e farsi sedurre?
È un mistero avvolto dalle nebbie più fitte dell’irrazionalità, condito dall’evanescenza dei sogni, dalle segrete ambizioni e dalle ataviche premonizioni; difficile, quindi, da spiegare razionalmente, tanto che neppure noi proveremo a farlo. Quel che faremo anche noi, invece, è lasciarci sedurre dall’irrazionale e dai sogni per raccontarvi il nostro primo incontro con il vino che da questi sogni è nato.
Era la prima settimana di giugno del 2005 e, come ogni anno in quel periodo, mi trovavo nella candida sala degustazioni del Consorzio Bolgheri Doc, allora in coabitazione con le Strade del vino Costa degli Etruschi, a Bolgheri, proprio davanti San Guido, laddove inizia il viale con i cipressi più famosi al mondo. Degustavo contento e sereno i vini di Bolgheri millesimo 2003; prima i Doc poi gli Igt.
Superai con grande piacere le tornate dei vini Doc e iniziai il percorso degli Igt, prima i più semplici poi i più ricchi e consistenti, fin quando, arrivato ad una tornata di sei bicchieri, sentii che la qualità si era portata al vertice e cominciai ad ipotizzare alcune etichette conosciute e blasonate di queste terre, finché non mi imbattei, stupefatto, nel quarto o quinto bicchiere; ero certo di non conoscere quel vino, non riuscivo a dargli un volto, cioè un’etichetta, una forma, un’immagine.
Ma nell’apparente silenzio di una giornata estiva, appena interrotto dal leggero fruscio della brezza, degli insetti svolazzanti e dei motori lontani, con un tono di voce da me stesso inaspettato ed arrotando a dismisura esclamai: SUPERBE!!! Fabio Cartei, il sommelier che mi assisteva, dalla cucinetta cacciò la testa nella sala, sorridente e soddisfatto: conoscendomi bene se l’aspettava una mia reazione.
Era il Dedicato a Walter Igt Toscana 2003 di un esordiente Poggio al Tesoro, l’azienda Bolgherese della famiglia Allegrini che dalla Valpolicella partì alla ricerca di una nuova terra da coltivare. Walter Allegrini non ebbe il tempo di assaggiare i frutti della sua ricerca, dei suoi sforzi e dei suoi sogni. L’avventura l’hanno continuata Marilisa e Franco.
Sono trascorsi diversi anni ed il sogno degli Allegrini si è arricchito dall’esperienza di questi anni; ora stappo la bottiglia del 2008 e riprovo gli stessi profumi, gli stessi sapori, le stesse emozioni arricchite dalla mia esperienza di questi anni.
Gigi Brozzoni