Andreas Baron Widmann è uomo dai modi gentili e posati, che però non si tira indietro quando si tratta di descrivervi i propri vini e vigneti. Le poche volte che l’ho incontrato nella sua cantina e quelle, ben più numerose, in cui sono andato a trovarlo nel suo stand al Vinitaly, mi ha sempre colpito per la voglia, quasi la garbata ostinazione con la quale, nonostante l’evidente sforzo nel padroneggiare la lingua italiana, si prodiga per aggiungere una parola in più, un particolare più preciso, una descrizione migliore che racconti il suo lavoro.

Produce rossi e bianchi di ottimo livello ed elegante fattura da uve cabernet, merlot, schiava, chardonnay, sauvignon, pinot bianco, petit manseng, gewürztraminer e moscato giallo, proposte in purezza o in assemblaggio fra loro; vini che, come lui, non si pongono mai sopra le righe e tuttavia impressionano per la ben modulata progressione che piano piano li porta ad aprirsi, a rivelarsi, senza fretta ma con risoluta precisione.

Tra tutti, quello che amo di più è senz’altro il Gewürztraminer, vino che, quando ben riuscito, affascina con la sua avvolgente immediatezza, ma difficile da gestire a partire già dal vigneto, dove tende a sviluppare un elevato quantitativo di zuccheri che comporta, però, al contempo un drastico calo dell’acidità. Il risultato rischia di apparire esageratamente alcolico, privo dell’opportuna vivacità, molle, piatto, stucchevole e stancante quando troppo dolce, francamente amaro nel finale se troppo secco, come del resto spesso accade ai vitigni aromatici.

Ebbene, nessuno di questi eccessi risulta dall’assaggio dell’Alto Adige Gewürztraminer 2006 della cantina Baron Widmann in Cortaccia, provincia di Bolzano. Da un’annata superlativa per i bianchi di tutto il nord-est è nato un vino raffinato, con ricordi di rosa e glicine delicatissimi ma eccezionalmente intensi, rimpolpati da note di pesca, succoso litchi, spezie orientali, in un morbido e suadente connubio tenuto vispo e snello da un’acidità freschissima e da una sapidità fragrante, insaporita persino da un vezzo di idrocarburi timidamente accennato; ancora integro, nitido e ben definito, con gli anni sembra essersi arricchito di  proporzione, complessità e matura coerenza, senza rinunciare alla grassezza e sensualità senza le quali un Gewürztraminer, a mio giudizio, non potrebbe dirsi degno di questo nome.

Est modus in rebus”, sentenziava Orazio, e non è escluso che proprio le misurate maniere di Andreas Baron Widmann valgano al suo Gewürztraminer il finissimo equilibrio che lo fa essere davvero grande: anche di queste inesplicabili suggestioni vive la sottile magia del terroir.

Marco Magnoli