Dei due fratelli Librandi ora è rimasto solo Nicodemo; Antonio se n’è andato lo scorso anno dopo una vita dedicata a fare grande la loro azienda, ma anche a dare lustro a tutta la viticoltura calabrese. In assoluto la loro è stata la prima azienda ad infrangere il muro dell’oblio e dell’abbandono di una viticoltura di qualità che ha avuto origini lontanissime e aristocratiche.
E, dopo aver riportato alla doverosa notorietà vitigni come il Magliocco ed il Mantonico, i Librandi hanno fatto della Tenuta Rosaneti, in Val di Neto, uno dei più importanti campi sperimentali italiani, creandovi una ricca collezione ampelografica di rari vitigni calabresi per studiarne e comprenderne le potenzialità. Il loro vino più importante è diventato, così, un Magliocco ed è stato dedicato al Centurione Magno Megonio che già duemila anni fa coltivava la vite nella zona di Cirò Marina.
La bottiglia che mi sono trovato sulla tavola specificava Magno Megonio Val di Neto Rosso 2003 dell’Azienda Vitivinicola Librandi Antonio e Nicodemo a Cirò Marina in provincia di Crotone. È un vino insieme garbato e consistente, che riesce a combinare i frutti di bosco con le erbe mediterranee, le spezie piccanti e le morbide tracce di vegetale secco; unisce il brio di una fresca acidità ed il piglio di una trama tannica fitta ma tessuta finemente e con grande maestria. Nulla è scontato in questo vino, che è capace di sorprendere e rassicurare.
Gigi Brozzoni