Credo debba la sua fama principalmente al singolare nome che i cinque soci di questa piccola cantina marchigiana hanno dato al loro vino bandiera, ma in effetti è la sua qualità a darne il reale valore e la continuità. Il nome certamente evoca rivolte se non rivoluzioni e, forse, quando questo vino si presentò sul mercato negli anni Ottanta del secolo scorso aveva effettivamente degli elementi rivoluzionari, perché rappresentava il punto di rottura con il passato della viticoltura marchigiana.

Vediamo quali erano questi elementi rivoluzionari: una viticoltura rispettosa dell’ambiente, a cordone speronato e con rese per ceppo contenute; al Montepulciano, inoltre, si univa la forza e l’eleganza del Cabernet Sauvignon; il vino fermentava, infine, in tini di legno e si affinava successivamente in barriques di rovere francese. Certamente tutti elementi allora rivoluzionari ed ormai diventati di dominio pubblico proprio per merito loro e di pochi altri pionieri che vollero trasformare i vini di quella regione.

Nell’etichetta, disegnata da Carlo Marchetti, è rappresentata la caccia a “Lu Bovë Fintë” (il bove finto) , caratteristica rappresentazione carnevalesca di Offida e siccome manca poco a Carnevale ho pensato bene di aprirmi una bottiglia di Barricadiero Marche Rosso 2008 dell’Azienda Agribiologica Aurora. Il vino si è offerto subito con generosità fruttata ben matura e polposa, stuzzicata da un piglio vegetale e selvatico con spunti di spezie a tratti piccanti e di viola ormai sfiorita; in bocca si ritrovano le stesse emozioni rafforzate da una buona acidità e da una tannicità fittissima e minuta, dal notevole impatto tattile, che si modula su un finale largo ed elegante. Notevole anche la sua capacità di invecchiare gagliardamente.

Gigi Brozzoni