“Di quanti racconti è capace il vino?” si è sempre chiesto Luigi Veronelli. “Assaggia il vino e ascolta il suo racconto” continuava a ripetere a tutti, convinto che il vino sapesse parlare a chi lo sapesse ascoltare. Ma ora, prima di continuare a leggere, ascoltate questa musica, così che vi faccia da sottofondo e vi accompagni dolcemente in questo racconto.
http://www.youtube.com/watch?v=Iahy7PDetQ8
Il re di Persia, Shahryar, è tradito da una donna e, persuaso della perfidia femminile, decide di consumare ogni notte un rapporto sessuale con una giovane schiava, per poi farla giustiziare non appena sorto il sole della nuova giornata. Shahrazād, figlia maggiore del Gran vizir, si offre allora volontaria per tentare di metter fine a quel macabro cerimoniale e con sua sorella minore Dinarzād escogita uno stratagemma che si rivelerà fruttuoso.
Ammessa nelle stanze intime del sovrano, ella comincia a raccontare a Shahryar una storia affascinante, interrompendola però al momento del sorgere dell’alba ed inducendo così il suo amante-ascoltatore a rinviare la sua esecuzione alla mattina successiva, dopo che Shahrazād abbia completato il suo racconto. Ciò in effetti avviene, ma la giovinetta, finito il racconto lasciato in sospeso, ne avvia uno nuovo, interrompendolo a metà con le medesime modalità del precedente. Ella in questo modo scampa alla morte e prolunga così lo stratagemma per mille e una notte, al termine delle quali il monarca è totalmente ravveduto circa la natura femminile e, anzi, innamoratosi di Shahrazād, la fa sua sposa per sempre, avendone riconosciute le doti di cuore e di spirito.
Quali racconti mi farà questo vino Shahrazad Primitivo del Salento 2006 di Mille Una, azienda di Lizzano in provincia di Taranto? Le viti di Primitivo hanno settant’anni, allevate ad alberello sulle terre rosse di questo estremo lembo di Puglia. La vigna è a Torricella, guarda il mare Ionio di cui ascolta anche la fluttuante voce e sente il suo profumo di iodio. La terra è di origine Pleistocenica ed è rossa per la ricca fauna marina che ricopriva queste sabbie.
I pochi e minuscoli grappoli vengono raccolti, come il suo nome promette, a fine agosto e portati in cantina nelle ore più fresche della notte; per quasi un mese le bucce cederanno al vino tutti i loro umori, profumi e fragranze, effluvi e balsami. Più di un anno il vino sosterà in botti di un rovere cresciuto lentamente sul Massiccio Centrale francese per usare il poco ossigeno che penetra attraverso le doghe ed affinare così la sua trama; e per molti mesi ancora sarà conservato in tini di algido e asettico acciaio per ricomporre ordinatamente le ricche armonie del gusto.
Ora il vino va in bottiglia: sosterà ancora qualche mese nella buia e fresca cantina aziendale e poi inizierà il viaggio che porterà queste poche bottiglie ai quattro capi del mondo dove qualcheduno lo berrà al ristorante, qualcun altro se lo porterà a casa; qualcuno lo berrà con un’allegra compagnia, altri con l’intimità del loro partner, altri ancora da soli per tenersi buona compagnia. Qualcuno, forse, l’accosterà anche all’orecchio, come si faceva da ragazzi per ascoltare il mare, la notte, i sogni…
Gigi Brozzoni