È venuto a trovarmi un amico, Fabio Contini, manager di un’importante azienda tessile bergamasca, che ha avuto in sorte una moglie, bergamasca, che si è innamorata di Ovada, la quale seguendo le orme di Pino Ratto, anfitrione dagli anni Sessanta del Dolcetto di Ovada, ne è diventata allieva. Con tutte le difficoltà, prevedibili e impreviste, che il non facile carattere di Pino includevano.

Fabio, ormai con il gusto assuefatto al carattere piemontese dei vini, mi ha chiesto di bere un vino toscano: ho pensato ad un bel Brunello di Montalcino e l’occhio mi è caduto su una bottiglia del Podere Brizio di Roberto Bellini. Gli ho raccontato le gesta di questo imprenditore bresciano, che in tempi lontani diede vita all’azienda Pieve di Santa Restituta conducendola in solitaria fino agli anni ’90, quando il destino gli mise sulla strada Angelo Gaja che volle diventare suo socio in quell’impresa.

Ma Angelo Gaja non è uomo da restare socio di minoranza e presto gli chiese di diventare proprietario unico di Santa Restituta. Gli accordi furono presto presi e Roberto Bellini in una tenuta vicina diede vita, insieme a Patrizia Mazzi, al Podere Brizio. Il Brunello di Montalcino Riserva 2004 di Podere Brizio che ho aperto quella mattina con Fabio Contini si è mostrato subito molto maturo, quasi evoluto, con belle note animali, speziate, di tabacco e viola appassita tanto da crearci qualche apprensione.

Poi, più il tempo passava ed il vino assorbiva ossigeno, più il profumo si faceva netto, vivo e dinamico, recuperava energia e prontezza, i suoi profumi si facevano più sfumati e complessi, il suo sapore si faceva dolce e maturo, ma ancora animato dalle spezie quasi piccanti, da una sferzata di acidità e da una trama tannica serrata e persino nerboruta. Progressivamente si è fatto un gran Brunello, maturo, ampio e completo ma sempre aitante e agile.

Alla prossima occasione ad un amico toscano che verrà a trovarmi farò sentire un Barolo, magari di Serralunga, non troppo giovane, di quelli che taglieresti a fette. Oppure un Dolcetto di Ovada, della collina di San Lorenzo, un po’ invecchiato, di quelli che non ti aspetteresti mai.

Gigi Brozzoni

Che singolare creatura è il vino, e ciascun vino ancora di più…
Indovinate di chi sono queste parole?