Deve passare la nottata, ma non in senso metaforico come nel testo di Eduardo de Filippo, bensì in senso cronologico perché è stato nella notte tra venerdì e sabato scorsi che si è giocato il destino di tante persone, di tante famiglie e di tante aziende. Il fiume Alpone, un tranquillo corso d’acqua che scende dalle colline a est di Verona e che attraversa a Monteforte l’area produttiva del Soave, nel 2010 ruppe gli argini invadendo l’intero paese e sconvolgendo la realtà di una popolazione che non aveva alcun mezzo per resistere alla furia degli elementi. I danni furono ingentissimi e ancora oggi persone, famiglie e realtà produttive ne sono ancora segnate.

Tra venerdì e sabato scorso si è rischiato che la storia tornasse a ripetersi, con tutta la sua drammaticità, con tutta la sua gravità. Le notizie che mi stavano giungendo lanciavano segnali preoccupanti e sempre più impellenti più il tempo passava. Era quasi mezzanotte, ma non ho potuto far altro che chiamare Roberto Anselmi per avere notizie fresche e certe. Ho risentito nelle sue parole la stessa tensione di tre anni fa, ma ora con qualche segnale più distensivo anche se non tranquillo.

L’Alpone, mi disse, ha rotto gli argini più a valle e ad est, nella parte opposta all’abitato di Monteforte, portando devastazione ad una zona prevalentemente agricola con poche strutture abitative o produttive, come se qualcuno si fosse sacrificato per scongiurare danni maggiori e peggiori. A tutti loro ha mandato la sua simbolica solidarietà, ringraziando il cielo per la sua benevolenza.

La notte è passata e l’emergenza è parzialmente rientrata anche se non del tutto annullata, visto che il tempo non pare aver voglia di concedere tregue, neanche in queste ore domenicali. Mi sono sentito in dovere di aprire il Capitel Foscarino Veneto Bianco del 2011 dell’Azienda Roberto Anselmi in quel di Monteforte d’Alpone in provincia di Verona per augurare a Roberto e a tutta la sua famiglia che le avversità del tempo attuale non si aggiungano ai disagi, ora in via di risoluzione, provocati dai danni subiti in circostanze analoghe nel 2010.

Il suo sapore fragrante e ricco di inflessioni floreali, con frutti maturi e tropicali sorretti da una bella e fresca acidità, sono il prologo di un’espressione gustativa di grande succosità, maturità, carattere ed eleganza, di superiore personalità. In un piccolo bicchiere di vino è sorprendente cogliere gli aspetti culturali di un territorio rigoroso per le sue matrici vulcanico/minerali ed una cultura materiale tesa a evidenziare l’essenza della natura.

Un brindisi a Roberto Anselmi, sempre limpido e chiaro nelle sue esternazioni che voglio dedicare a chi in diverse e avverse condizioni non ha saputo farci capire la drammaticità delle proprie, diverse, piccole tragedie.

Gigi Brozzoni