Non volevamo parafrasare il notissimo slogan di un amaro a base di carciofo, ma purtroppo o per fortuna alcuni slogan diventano così popolari ed insistiti che entrano a far parte del nostro lessico, soprattutto quello spontaneo, non troppo pensato o costruito. Ma anche i titoli ed i ritornelli delle canzonette popolari diventano lessico usuale tanto che un regista colto e ironico come Dino Risi ha fatto un film interpretato da Nino Manfredi e Marisa Mell nel quale i personaggi si parlano a suon di titoli di canzoni tra le più gettonate in quei precursori degli Mp3 che erano i Jukebox (così si scriveva ma giubocs si pronunciava). Straziami ma di baci saziami è il titolo del film del 1968 ma anche un verso della canzone Creola (dalla bruna aureola), un tango del 1926. Eccovi un bocconcino, così per gradire: www.youtube.com/watch?v=MJlk2X3seEQ

E pure la musica, quella colta, quando viene usata per canticchiarci sopra degli slogan pubblicitari, entra nella nostra memoria e difficilmente riusciamo a staccarla da questo inusuale e scurrile contesto per riportarla nel suo naturale alveo. Prendete per esempio questo brano di Mozart,  www.youtube.com/watch?v=ovK5usrrse4; è la sonata per pianoforte n. 11, K331 Alla Turca, e provate, se non siete giovanissimi, a separarlo dalla pubblicità di un detersivo degli anni Settanta. Impossibile: tutte le volte che lo ascoltiamo ci rivediamo il Carosello e il candido bucato steso sul terrazzo.

Ma torniamo diligentemente nel nostro campo e chiediamoci cosa possiamo fare contro le abitudini enologiche, perché tutti noi tendiamo a bere sempre le stesse cose: se vi piace la Barbera tornerete sempre da lei, se vi piace il Nero d’Avola berrete sempre siciliano, se vi piace il Sangiovese avrete a disposizione spazi più ampi ma sarete sempre lì in centro Italia, mentre se vi piace l’Amarone tenderete a tornare spesso in Valpolicella con la sua Corvina. Oppure… Oppure scorrete bene gli scaffali con i vini veronesi perché potreste trovare un vino decisamente insolito, capace di troncare le vostre abitudini e fare volare alta la vostra fantasia.

Eccola qui la bottiglia: ha l’aria un po’ dimessa e più che un’etichetta sembra mostrare gli appunti del cantiniere. Leggiamola: OSAR, varietà Oseleta 100%, vendemmia 2005, quantità 5800 bott., Rosso del Veronese, alcole 14%, contenuto ml 750, imbottigliato da Masi Agricola, Sant’Ambrogio Valpolicella. Un vino davvero raro che nasce da un’antica varietà trovata dalla famiglia Boscaini nei propri vigneti sopra Marano. Dalla curiosità si è passati alle analisi e poi alla ricerca scientifica per capire che era una varietà da salvare e moltiplicare sulle marogne della Valpolicella. Ne è nato un vino coraggioso, unico, con un carattere imperioso ed austero, invitante e complicato, intenso e scuro ma anche generoso e prodigo.

Osar in dialetto veronese è osare e urlare.

Gigi Brozzoni