Ci pare sia ormai una tendenza che va ad allargarsi in continuazione; sempre più aziende, infatti, decidono di allungare il tempo di affinamento del loro vino principale. Forse complice una certa staticità del mercato, che non favorisce la vendita completa in un solo anno di tempo del millesimo posto in commercio, o forse proprio per far maturare meglio i vini e quindi ottenere un maggior consenso qualitativo anche in termini di valutazione della critica, fatto sta che quest’anno sono mancati al consueto appuntamento annuale diversi importanti vini.

Non ci resta, quindi, che consolarci con la seconda o terza etichetta aziendale per cercare di capire come sta lavorando la tale azienda e quali aspettative crearsi sul particolare millesimo “in attesa di giudizio”. E così è stato anche in Sicilia con i vini di Salvatore Geraci, il quale, scrivendoci a mezza estate, ci ha comunicato che con il millesimo 2011 sarebbe uscito il Rosso del Soprano Igt Sicilia, mentre per assaggiare il Faro Palari bisognerà attendere il prossimo anno.

Innanzitutto, appena aperta la bottiglia, abbiamo capito che il Rosso del Soprano 2011 dell’Azienda Agricola Palari di Messina non è proprio un secondo vino, nel senso riduttivo che tale espressione suggerisce, perché ha tutte le caratteristiche per affascinare qualsiasi consumatore, anche il più esigente. Ha una bella carica aromatica con tanto frutto fragrante e una leggera cadenza di rosa appassita, delle dolci spezie con leggere note fenoliche, una bella trama tannica fitta e ben tessuta, avvolgente e setosa. E in fondo al palato lascia quel briciolo di impressione di grafite che aumenta la sapidità e la persistenza. Bello anche il colore rubino vivace che mostra una certa profondità e completa un quadro decisamente elegante in tutti i suoi aspetti.

Certo, la voglia di Faro 2011 non si è spenta, anzi è aumentata sempre più. Eppure bisogna resistere; ma sapremo resistere? O faremo un’incursione cercando di sorprendere Gianpiero, agronomo, fratello di Salvatore? Ma non c’è da preoccuparsi, tanto poi mi passa.

Gigi Brozzoni