Il Valpolicella degli Alighieri

Il Valpolicella degli Alighieri

Durante il suo esilio a Verona, presso Cangrande Della Scala, Dante chiamò a sé il figlio che si stabilì in un podere in Valpolicella. Da 21 generazioni la storia continua, ed è anche storia enoica. Gigi Brozzoni ci racconta di un Valpolicella filologicamente “storico”.

Valpolicella del mio miracolo

Valpolicella del mio miracolo

Una recensione che, in poche righe, ci offre un saggio dell’istrionica scrittura veronelliana: la sua lingua enoica tutta nuova, la bellezza di certe citazioni, la raffinatezza leggera di parole colte e, al tempo stesso, popolari. Infine, le mirabolanti descrizioni organolettiche, lontane mille miglia da ogni tecnicismo. Ringraziamo Le Ragose, socio storico del Seminario Veronelli, per averci consentito di ritrovare, rileggere e, quindi, riproporre a voi lettrici e lettori questo piccolo essai enoico. Datato 1973. Ma sembra scritto ieri. O domani?

Vini d’Oro. Veneto

Vini d’Oro. Veneto

di Gigi Brozzoni

Dove va il Veneto enologico? L’importante riconoscimento Unesco, purtroppo, non certifica l’eccellenza del Prosecco. Per la quale il lavoro è di là da essere completo. Questo exploit commerciale inoltre penalizza i bianchi delle altre denominazioni regionali. Nel Soave alzano il tiro verso la zonazione, e fanno bene. Colli Euganei e Berici un po’ statici. La Valpolicella naviga ancora acque agitate. Garda e Bardolino non si convincono a lasciare l’anonimo Rosé per il territoriale Chiaretto.

Un matrimonio inedito?

Un matrimonio inedito?

Si era seduti negli anni Settanta, a un tavolo di Bottega Vini a Verona, e ci si chiedeva come avesse fatto a metà del secolo ventesimo il Recioto della Valpolicella, a mutare in Recioto “sciapat”, cioè scappato, al controllo dei cantinieri, trasformando tutti gli zuccheri in alcol e diventare, quindi, secco e asciutto. Amarone suggerì qualcuno.