Una cucina di storica eccellenza, e democratica

Una cucina di storica eccellenza, e democratica

Siamo alle pendici del Vesuvio, città metropolitana di Napoli, località Sant’Anastasia. Qui, dal 1952, l’osteria, ontologicamente parlando, è quella dei Curti. Un luogo gastronomico che celebra la storia ma è quantomai contemporaneo. Che mette al centro la filiera locale diretta e trasparente, costruita sull’attenzione e non sui marchi. Che coltiva la bellezza, dagli arredi ai calici, ma la sposa alla semplicità e all’accoglienza sincera. Che offre nel piatto la semplicità di un’osteria e la cura dell’alta cucina. Idem, nel bicchiere. A fine pasto arriva il loro mitico Nucillo, a coronare con un sentore unico, un luogo che non ha eguali.

Premio Francesco Arrigoni 2021

Premio Francesco Arrigoni 2021

In un territorio che ha pagato un prezzo altissimo, in termini di vite e di lacerazioni del tessuto sociale, il pensiero del Comitato Francesco Arrigoni è andato ai giovani, premiando l’Istituto Alberghiero Sonzogni di Nembro (BG). Il Comitato Francesco Arrigoni riunisce familiari, amici e colleghi del giornalista gastronomico prematuramente scomparso nel 2011 e ogni anno assegna il Premio in sua memoria. Arrigoni è stato anche il primo e indimenticato direttore del Seminario Veronelli.

Òstrega, il Riviera

Òstrega, il Riviera

Ben venga maggio. Il Riviera, a Venezia, riapre il 15 maggio. Si tratta di una piccola perla che amalgama alta cucina, sensibilità e pensiero critico, calda accoglienza, curata cantina. Una perla delle perle, dato che si trova a Venezia, dove la ristorazione d’eccellenza, negli anni, si è trovata in un guado. La pandemia potrebbe diventare un momento in cui azzerare questo destino di triste mediocrità. Ripartiamo dal Riviera, ad esempio. Una perla, come quelle che possono nascere nelle ostriche, frutto di sedimenti materiali e spirituali che germogliano, nel silenzio dell’acqua e del mare. Òstrega!

Consegna a domicilio

Consegna a domicilio

La pandemia ha trasformato le abitudini alimentari. E anche la ristorazione: congelata la sala, muti i tavoli apparecchiati, abbandonati menu e carte dei vini. Sepolta la convivialità. Restano, ove possibile, aperte le cucine, a mezzo servizio, per gli ordini telefonici o telematici. E a casa si mima il ristorante. Ma la cucina è morta? Viva la cucina!

La crisi reclama nuove idee

La crisi reclama nuove idee

di Angelo Gaja

Nei prossimi due o tre anni sarà baraonda sui mercati internazionali perché le cantine di tutto il mondo avranno il vino che uscirà loro dalle orecchie. Che fare? Occorrono idee nuove: pensare di utilizzare solamente gli strumenti del passato non sarà di grande giovamento, prima del ritorno alla normalità.