Una cucina di storica eccellenza, e democratica

Una cucina di storica eccellenza, e democratica

Siamo alle pendici del Vesuvio, città metropolitana di Napoli, località Sant’Anastasia. Qui, dal 1952, l’osteria, ontologicamente parlando, è quella dei Curti. Un luogo gastronomico che celebra la storia ma è quantomai contemporaneo. Che mette al centro la filiera locale diretta e trasparente, costruita sull’attenzione e non sui marchi. Che coltiva la bellezza, dagli arredi ai calici, ma la sposa alla semplicità e all’accoglienza sincera. Che offre nel piatto la semplicità di un’osteria e la cura dell’alta cucina. Idem, nel bicchiere. A fine pasto arriva il loro mitico Nucillo, a coronare con un sentore unico, un luogo che non ha eguali.

Òstrega, il Riviera

Òstrega, il Riviera

Ben venga maggio. Il Riviera, a Venezia, riapre il 15 maggio. Si tratta di una piccola perla che amalgama alta cucina, sensibilità e pensiero critico, calda accoglienza, curata cantina. Una perla delle perle, dato che si trova a Venezia, dove la ristorazione d’eccellenza, negli anni, si è trovata in un guado. La pandemia potrebbe diventare un momento in cui azzerare questo destino di triste mediocrità. Ripartiamo dal Riviera, ad esempio. Una perla, come quelle che possono nascere nelle ostriche, frutto di sedimenti materiali e spirituali che germogliano, nel silenzio dell’acqua e del mare. Òstrega!

Consegna a domicilio

Consegna a domicilio

La pandemia ha trasformato le abitudini alimentari. E anche la ristorazione: congelata la sala, muti i tavoli apparecchiati, abbandonati menu e carte dei vini. Sepolta la convivialità. Restano, ove possibile, aperte le cucine, a mezzo servizio, per gli ordini telefonici o telematici. E a casa si mima il ristorante. Ma la cucina è morta? Viva la cucina!

Alta cucina tra storia e territorio

Alta cucina tra storia e territorio

Trani. Meraviglia storica. Un ristorante marino face à la geometrica e assoluta cattedrale romanica. Ospitato tra le mura di quella che fu una chiesetta votiva della Puglia angioina. Dopo anni di abbandono e un restauro a opera del Comune, è l’apertura de Le Lampare al Fortino a rimettere in moto il potenziale di tanta bellezza e a renderlo fruibile alla comunità degli umani. E solo di alta cucina poteva trattarsi: esperienza sensoriale e culturale a un tempo. Ce lo racconta Antonio Del Curatolo, patron di quel singolare ristorante dalla sua apertura nel 1998.