Tre aziende valdostane dalla Guida Veronelli 2021: breve storia e il commento di Marco Magnoli, curatore per la Val d’Aosta.
Les Crêtes
Aymavilles – AO
Les Crêtes nasce nel 1989 a opera di Costantino Charrère affiancato dalla moglie Imelda, sulla proprietà agricola di famiglia esistente dal 1750 che aveva prodotto olio di noci, sidro e cereali.
L’indirizzo è da subito per vinificare separatamente i cru e per fedeltà ai vitigni autoctoni come il petit rouge o il fumin.
Oggi le figlie Elena ed Eleonora conducono l’azienda.
Recentemente è nato, accanto alla cantina storica, il Rifugio del vino che accoglie i visitatori con l’obiettivo di rendere evidente la filosofia aziendale: congiungere presente e passato, in una sorta di continuità innovativa.
La continuità è data dall’eleganza nello stile, improntata dal padre Costantino, e l’innovazione dallo sperimentare nuovi vini, ma sempre con vitigni autoctoni come l’ultimo nato, il rosé da vecchie vigne di petit rouge, varietà solitamente vinificata in rosso.
Lo Chardonnay Cuvée Bois, un classico Charrère, è ora frutto di una lavorazione più consapevole, grazie allo studio delle caratteristiche di ogni singola parcella di provenienza delle uve. (Scheda a cura di Simonetta Lorigliola)
«Un’altra eccellente prova per il Cuvée Bois, nel 2018 intenso, consistente e impreziosito dalla consueta eleganza. Delizioso anche il Fumin 2018, che gioca di fioretto tra le sue note più vitali, di felce, selce e grafite, e la ricchezza concentrata del frutto. Fa, poi, il suo esordio il Revei 2017, Pinot Nero ambizioso che già nel nome (‘orologio’ in patois) allude alle malie del tempo: diciotto mesi in tonneaux e diciotto in bottiglia per un ottimo vino, preciso, gentile e garbato come è costume della Casa; perché diventi un grande vino occorre forse un pizzico di azzardo in più, ingrediente sempre ben gradito ai Pinot Nero di razza.»
Marco Magnoli
Grosjean Vins
Quart – AO
I Grosjean sono originari di Fornet, piccolo villaggio della Valgrisenche.
Da sempre proprietari di vigne, hanno iniziato ad imbottigliare i propri vini nel 1968 con Dauphin che, anche grazie a un immediato successo, ha intrapreso un’opera di investimento.
Di qui hanno origine il progressivo ampliamento della superficie vitata, la costruzione di una nuova cantina nel 2000 e l’ottenimento della certificazione biologica nel 2011, prima azienda vitivinicola valdostana.
Oggi l’azienda è gestita dalla terza generazione di famiglia.
«Il Fumin 2015 indossa l’etichetta celebrativa dei 50 anni DiVini (festeggiati dall’azienda Grosjean nel 2018), pensata e disegnata dall’artista valdostano Ezio Bordet; è un vino dal carattere forte e risoluto, ben speziato e con piacevoli ritorni di selce, validissimo portavoce di una tradizione costruita in oltre mezzo secolo di impegno dedicato alla difficile viticoltura di montagna.»
Marco Magnoli
Vigne d’inverno Vigne d’autunno
Maison Anselmet
Villeneuve – AO
Nel 1978 Renato Anselmet ereditò i terreni del padre e fondò l’azienda vitivinicola ora gestita dal figlio Giorgio.
Nei vigneti, suddivisi tra Saint Pierre e Villeneuve, sono coltivate numerose varietà che consentono la produzione di una ben assortita gamma di vini, realizzata in una cantina tecnicamente all’avanguardia, di recente costruzione.
«Gamma interessante quella di Giorgio Anselmet, che nelle scelte stilistiche tradisce la grande passione per la Borgogna. Ne sono prova, in particolare, il Pinot Nero Semel Pater 2018, estremo nella sua schiettezza, e lo Chardonnay Fût de Chêne 2018, dall’impatto ricco, intenso e dolcemente speziato. Il vino che più ci ha colpito è, però, il Mains et Coeur 2018, Chardonnay di delicata finezza, nel cui lungo finale si inseguono freschezza e dolcezza, sapidità e morbidezza.»
Marco Magnoli
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