Un vino tra natura, sapienza e magia
di Antonella Corona


Vedi le triste che lasciaron l’ago,
la spuola e ‘l fuso, e fecersi ‘ndivine;
fecer malia con erbe e con imago
Dante, Inferno, XX, 121-123

Nel podere dell’azienda Pomario in località Piegaro, comune che vanta un’antica tradizione vetraia, in autunno la nebbia rimane ferma sulle terrazze tra i dolci declivi fino alla tarda mattina creando un’atmosfera magica che pare quasi materializzare le maghe dantesche.

In questi campi circondati da boschi e allietati dalle dolci acque del fiume Nestore tra le infinite storie che si perdono nella notte dei tempi alcune sono legate al culto della dea Nemesi, potente divinità etrusca della fortuna e del fato, radicata alle religioni matriarcali e ai culti della fertilità, dea lunare che guarisce e distrugge, regna in cielo e in terra.

Il Muffato delle Streghe Umbria Bianco Dolce della cantina Pomario è un nettare sorprendente e insolito, frutto di una produzione limitata a circa 600 bottiglie all’anno.

Figlio di un uvaggio di riesling e sauvignon blanc da viti impiantate nel 2010, allevate a 500 metri di altitudine su una scarpata che rende impegnativa la coltivazione, ma che fornisce il microclima giusto per l’ottimale creazione della nobile muffa, Botrytis cinerea, grazie alla perfetta esposizione e ventilazione.

I grappoli fanno appassimento in pianta e la vendemmia, che avviene a fine ottobre, dura alcune settimane perché la selezione dei grappoli e dei singoli acini è rigorosissima ed è effettuata in momenti diversi, a seconda del giusto grado di sviluppo raggiunto da ogni singolo acino.

Dopo una pigiatura soffice questo nettare passa a una parziale fermentazione in vasche termo controllate. Il vino riposa poi nei caratelli di rovere francese per un tempo compreso tra i due e i tre anni, a seconda della maturità raggiunta e valutata, prima di essere imbottigliato.

L’azienda è rigorosamente selettiva e commercializza solo le annate qualitativamente eccellenti.

Nel frutto della vendemmia 2018 il colore è giallo dorato lieve con riflessi lucenti, al naso evoca il miele, le spezie dolci, la frutta candita e il caramello con sentori di fiori appassiti e note salmastre.

Morbido e intenso, è fresco e molto persistente.

Questo ragguardevole vino dolce può accostarsi perfettamente a pasticceria  secca, ma anche accompagnare foie gras e formaggi untuosi o stagionati.

Incantevole da solo, da meditazione o meglio, da visione, da magica divinazione, quasi una riconciliazione tra il sapere femminile e il sapere universale, tra scienza e malia.

Antonella Corona

Nata nel cuore dell’Appennino lucano, qui ha scelto di vivere.
Porta nel cuore i tanti luoghi dell’Europa in cui ha operato e volge gli occhi a tutto ciò che di bello, buono, giusto e vero il mondo offre. Docente di inglese, sommelier e indomita lettrice.