Carambole tra langue e parole

Gianni Mura è stato giornalista e scrittore esemplare. Ha collaborato con testate quali La Gazzetta dello Sport, il Corriere d’Informazione, Epoca e L’Occhio. Lunga, dal 1976, la sua collaborazione con La Repubblica per cui ha scritto di sport con la maestria di una grande penna. Sul settimanale Il Venerdì ha scritto di vini e di cibi con la moglie Paola. Memorabili i suoi resoconti sul Tour de France nei quali non mancavano mai deviazioni dalle strade della corsa alle vie della cultura materiale. Dal 2011 sino alla chiusura è stato direttore, con Maso Notarianni, di E la rivista di Emergency. Autore di raccolte e antologie come La fiamma rossa. Storie e strade dei miei tour (2008) e Non gioco più, me ne vado (2013), ha scritto fortunati romanzi come Giallo su giallo (2007) e Ischia (2012). Alla tavola, uno dei suoi tanti amori – con la lettura, la Francia, la canzone d’autore, la poesia – ha dedicato il libro Non c’è gusto (2015): la celebrazione ostinata del “condividere cibi e bevande con le persone che ci piacciono, di dedicare tempo e vita a ciò che aiuta a mantenerci umani.”

Nel 2014 al Seminario Veronelli e alla memoria di “Sua Nasità” nel decennale della morte, Gianni Mura ha regalato i tredici geniali stornelli, pubblicati su *Pastiche | Cultura materiale alla Veronelli. Li riproponiamo qui con la preziosa registrazione della lettura che Gianni ne diede al Leoncavallo di Milano, durante la presentazione della monografia avvenuta all’interno de La Terra Trema, sabato 29 novembre 2014.

Stornelli Veronelli di Gianni Mura
da *Pastiche | Cultura materiale alla Veronelli
Letti dall’autore, sabato 29 novembre 2014
La Terra Trema – Leoncavallo Spa – Milano

Fiore di melo
il canto della terra verso il cielo.
Volava con i piedi saldi al suolo
generoso e testardo più d’un mulo
che s’impunta davanti a un muricciolo.

Fiore di pruno
c’è chi sta fermo e c’è chi va lontano
poi c’è il vino cattivo e quello buono,
c’è chi la vita sua la vive invano.
La sua, lui l’ha vissuta in toto e in vino.

Fiore di fosso
cosa il beve il signore, bianco o rosso?
forse da lì è partito il primo passo,
se non era da lì, per me è lo stesso:
come gettare nello stagno un sasso.

Fiore di serra
cassoulet kaiserfleisch e butifarra
Barolo di Monforte e della Morra
vigneti di Santadi e Controguerra.
Questo vuol dire camminar la terra.

Fior di cicoria
pur con un circo intorno d’arte varia
mangiare e bere è una cosa seria.
Coinvolge il futuro e la memoria
e mescola il presente con la storia.

Fior di ginestra
la storia, ci insegnarono, è maestra
di vita. Forse sì, non della nostra
vita spavalda che tutta si mostra.
La storia è una donna alla finestra.

Fiore di calla
com’è bella la vita quando è bella
abbracci e baci, tango e tarantella
cercare tutto, non temere nulla
Avere il cuore per unica molla.

Fiore di rosa
annusa guarda assaggia riannusa
vigneti cattedrale, vigna chiesa.
C’è dentro ogni bicchiere una sorpresa.
È come entrare da una porta chiusa.

Fior di lichene
compagno di mie tavole serene.
Versare il vino, masticare il pane,
dire dell’uomo senza più catene
in altri luoghi, sotto altre lune.

Fiore di croco
e vento sole terra pioggia e fuoco
lui così nuovo e insieme così antico
è stato tanto bello essergli amico
peccato sia durato troppo poco.

Fiore di viola
pensa a quant’era bella la parola
che s’alza in piedi e corre e poi s’invola.
Marezzata allegria di questa sala
voi portatemi il vino che consola.

Fior di gaggìa
mettiamo al bando la malinconia
e poi brindiamo alla memoria sua.
Non c’è bottiglia che lo porti via
W sempre l’amore e l’anarchia.

Fior di giardino
in controluce col bicchiere in mano
lo accosto con rispetto, piano piano.
Mi parla, amico, e allora mi avvicino
e bevo un po’ di vino e un po’ di Gino.

Gianni Mura