di Alberto Capatti

Lecca Lecca
AlbertoCapatti ci conduce, con cadenza quindicinale, in un itinerario gastronomico a ritmo jazz, svolto rigorosamente in punta di lingua. Cominci a leccarsi i baffi, chi li ha; gli altri possono passare direttamente al lecca lecca.

Capatti Lecca Lecca Corona
Galette-des-rois – foto france.fr

Cerchiamo le corone da mangiare, lasciando da parte le singolarità come la coronedda anzi curunedda, currinedda, pesciolino siculo.

Nell’arte panaria, le corone si sprecano, e chi vuole mordere, sfidare l’innominabile con un pane, non ha che da digitare in google, e sarà soddisfatto.

Alla ricerca di più complesse combinazioni di ingredienti, volendo tenerle a distanza, e nello stesso tempo degustarle con la lettura, ecco, estratto da Il mondo del pane di Quaglia e Lampredi (1984) il Pane a corona di Parigi.

Pane a corona di Parigi

Capatti Lecca Lecca Corona
Corona di pane Foto Martin Dumas Schillewaert

La corona (o ciambella) aperta si foggia con lo stesso procedimento del bastone lungo, è però essenziale che il taglio impresso nella pasta non si trovi completamente in mezzo, ma che la parte inferiore si trovi ricoperta di un quinto in più della parte superiore affinché nel forno la parte inferiore formi una fenditura più elevata della parte superiore che diventa inferiore durante la cottura.

Anche questa seconda corona a qualcuno apparirà virale nell’esecuzione, ma lo consoliamo con otto versi:

Corona è in cucina
Ricetta peregrina
A meno che la si voglia virale
Ed è vera arte eseguirla tal quale.


A chi obbietta mancare il virus
Suggeriamo il surgelato Findus
Il cui Capitano garantisce
Esser pesce che al volo guarisce.


DIEGO ROSA

Laureato al DAMS di Bologna, con una tesi su Pinot Gallizio, “l’uomo di Alba”, Diego Rosa, nato a Viadana (MN) nel 1948, ha partecipato a tranquille esposizioni individuali e collettive. “Le mie opere – usa dire – sono nelle case dei miei migliori amici”. Ha organizzato vari eventi artistici tra cui, tra il ‘90 e ‘95, la rassegna “Trame e orditi”, con l’obiettivo di fare il punto delle arti visive nella zona della Bassa padana tra Reggio, Mantova, Parma e Modena. Si è interessato di teatro con opere da lui stesso scritte e interpretate, riguardanti il teatro Dada (“Gigino Rafedi”), Giovanna Daffini (“L’amata genitrice”, rappresentata insieme ai Folkin’ Po) e i canti anarchici (“Il galeone, ribellarsi è giusto” con Mara Redeghieri, Lorenzo Valdesalici e Nicola Bonacini).  Da anni frequenta l’ambiente patafisico con performances e installazioni. Ciò l’ha portato a pubblicare “Ode” con “FUOCOfuochino”, la casa editrice più povera del mondo.  Da tempo collabora con riviste quali ApARTe° (materiali irregolari di cultura libertaria) e “A”, rivista anarchica.  Abita e lavora a Gualtieri (RE).