L’Assaggio di Marco Magnoli

La lunga storia vitivinicola della Valle d’Aosta è fatta di solidarietà e identità comunitarie, ma anche di personalità uniche e carismatiche. Un carisma che di certo non è mai mancato a Costantino Charrère, anima dell’azienda Les Crêtes nonché produttore tra i più innovativi e propositivi nel panorama valligiano; sua l’intuizione del Cuvée Bois, raffinato Chardonnay che dal 1995 ha aperto con prepotenza alla Valle d’Aosta i più prestigiosi palcoscenici nazionali ed internazionali.

Affiancato dalla moglie Imelda e dalle figlie Elena ed Eleonora, con la vendemmia 2015 Costantino ha saputo fare anche di meglio, proponendo quello che ci pare il bianco più affascinante attualmente prodotto in regione. Il Neige d’Or – ‘neve d’oro’, in italiano – è, infatti, un superbo e incantevole vino ottenuto da tre uve fortemente evocative delle tradizioni e delle vicende enoiche valdostane, antiche e recenti: chardonnay, vitigno che, introdotto nel 1982 in Valle, ha confermato definitivamente le eccellenti potenzialità qualitative del territorio; pinot gris, presente nei vigneti valdostani almeno dal Quattrocento; e, in percentuale preponderante, petite arvine, varietà originaria del Vallese e portata al di qua delle Alpi nel 1970 dai canonici del Gran San Bernardo attraverso l’attività dell’École Pratique d’Agriculture, un’uva che si adatta magnificamente alle caratteristiche di molti terroir valdostani, regalando sempre più vini di straordinaria qualità.

Il Neige d’Or della famiglia Charrère unisce una dolce ricchezza fruttata ad un’intrigante complessità, sottolineate ed esaltate da freschezza e finezza innegabilmente alpine, racchiuse in una personalità assai originale, di sottile e ammaliante eleganza.

Non sappiamo fino a quali vette potranno ascendere i bianchi valdostani, ma il sentiero ci sembra davvero ben tracciato.


Marco Magnoli

Deve alla tradizione familiare la passione per i vini di qualità e a Luigi Veronelli, incontrato nel 2001, l’incoraggiamento a occuparsi di critica enologica. Dal 2003 è collaboratore del Seminario Permanente Luigi Veronelli e redattoe della Guida Oro I Vini di Veronelli.